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Politica e Sanità

03 Maggio 2018

Farmacia ospedaliera, in Italia specializzandi svantaggiati rispetto a colleghi europei


In Italia, i farmacisti specializzandi in farmacia ospedaliera, rispetto ai loro colleghi europei, sono poco presenti nella ricerca con un numero esiguo di lavori scientifici pubblicati, e vivono una condizione formativa e contrattuale con "drammatiche discrepanze", e in assenza di un contratto di formazione specialistica una percentuale elevata cerca lavoro nelle farmacie aperte al pubblico. È quanto emerge dallo studio presentato dai giovani farmacisti italiani della Rete Nazionale degli Specializzandi in Farmacia Ospedaliera (Renasfo) che hanno presentato in occasione del Congresso europeo dei farmacisti ospedalieri, organizzato dalla European Association of Hospital Pharmacist (Eahp), il loro poster dal titolo: "Becoming a hospital pharmacist: an observational cross-sectional study on the educational pathways from students' perspective". Il lavoro è stato selezionato dal comitato scientifico del Congresso per una presentazione orale nell'ambito del tema lanciato in questa edizione del congresso "Hospital pharmacists - Show us what you can do!", con l'invito a dimostrare le potenzialità e le capacità di una professione in crescita a livello europeo. Il progetto presentato dai farmacisti italiani Renasfo nasce dai una survey proposta durante la prima assemblea nazionale nel 2016 e ha permesso di ottenere delle evidenze importanti sulla situazione italiana degli specializzandi in farmacia ospedaliera. In particolare, presentati i dati sull'aderenza ai piani di studio per le attività di tirocinio, la valutazione del tutor aziendale, i contratti di lavoro e l'attività di ricerca.

Il risultato più significativo, sottolinea la Renasfo in una nota "riguarda la correlazione tra un migliore percorso formativo e la presenza di un contratto di formazione specialistica. In mancanza di questo, una percentuale elevata di specializzandi è costretta a ricercare una retribuzione presso gli ospedali in cui svolge il tirocinio o a lavorare presso le farmacie aperte al pubblico, fenomeno maggiormente diffuso tra le scuole del Centro- Sud. Un ulteriore dato negativo riguarda l'attività di ricerca: in Italia gli specializzandi, senza distinzioni per anno di appartenenza, pubblicano in media 3 lavori scientifici, un numero esiguo rispetto ai colleghi europei. Dalla discussione sono emerse le drammatiche discrepanze di condizione sia contrattuale che formativa dello specializzando in farmacia ospedaliera italiano rispetto ai colleghi europei e dimostra come l'armonizzazione dei percorsi formativi a livello europeo sia una strada ancora tutta in salita". La Eahp ha attivato diverse iniziative, come European statement of hospital pharmacy e lo sviluppo di percorsi didattici condivisi (Common training framework) "per stimolare gli specializzandi italiani a intraprendere un percorso di rinnovamento e miglioramento della professione per raggiungere gli standard europei". Tuttavia, conclude la nota Renasfo, a un anno dall'esclusione della Scuola di Farmacia Ospedaliera dal Decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria, ci chiediamo quale contributo possa dare l'Italia ai percorsi europei se nemmeno in patria dimostra interesse verso l'armonizzazione del nostro percorso formativo".

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