Politica e Sanità
18 Maggio 2018Presenta ancora delle incongruità l'algoritmo elaborato dalla Sifo sui costi della distribuzione diretta presentato a un incontro tra le sigle svoltosi ieri: in particolare non convincono le basi di calcolo sui costi sociali e, per esempio, le distanze chilometriche medie tra punto di dispensazione Asl e cittadini. In questo caso non si può ragionare con la media del "pollo di Trilussa".
A riportare i dubbi della filiera a Farmacista33 è Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, una delle sigle che, insieme a Federfarma, Assofarm, Farmacieunite, Adf e Cittadinanzattiva, ha fatto un punto sull'algoritmo revisionato dalla Sifo alla luce delle perplessità espresse nelle precedenti sedute in vista dell'incontro in programma il prossimo 23 maggio. «Non si comprende la base di calcolo sui costi sociali - spiega Mirone - la Sifo si è assunta il compito di revisionala precedente versione ma dai primi numeri che abbiamo visto non c'era congruità. Insomma i numeri non tornano perché non si può considerare una distanza media tra il cittadino e la Asl che dispensa farmaci tra i 5 e il 6 km quando, per le specificità orogeografiche di molti territori, ci sono pazienti che distano 40-50 km dalla farmacia della Asl. La differenza tra chi ha il servizio sotto casa e chi deve percorre lunghe distanze è accedere al farmaco o non accedere».
Su questi aspetti era intervenuta anche Cittadinanzattiva sottolineando, in un'intervista rilasciata a F-Online, che il Paese è composto da realtà altamente differenti tra loro, costituite da specificità territoriali, da un diverso grado di presenza di servizi, ma anche da caratteristiche epidemiologiche e sociali anche all'interno di una stessa unità amministrativa, che sia la Regione o l'Asl ed esprimendo un parere analogo sull'uso delle medie: «Allo stato attuale, l'algoritmo, che lavora su base regionale - aveva dichiarato il presidente Tonino Aceti - prende a riferimento per ogni item o voce messa a sistema - come per esempio la distanza tra domicilio del paziente e farmacia o centro di distribuzione ospedaliero - un valore medio. Il punto è che, difficilmente, una media riesce a essere appropriata per realtà e zone di una stessa regione profondamente diverse una dall'altra e il rischio è di sfavorire gli abitanti delle aree interne, già svantaggiate, poco servite da mezzi pubblici, con una rete stradale insufficiente e una orografia complessa».
«Arriveremo al 23 maggio con molti quesiti - prosegue Mirone - e dubito che in quella sede si arriverà a una firma, ci riserviamo di far fare una valutazione tecnica da parte di esperti». Intenzione manifestata anche da Federfarma, Assofarm e Farmacieunite che si apprende da testate di settore, avrebbero preso accordi per nominare tre consulenti a cui chiedere un parere dopo il 23 maggio, quando la Sifo presenterà la terza versione dell'algoritmo. «È un punto importante che merita un approfondimento - conclude Mirone - attorno a questi numeri si gioca il futuro della farmacia territoriale e della farmacia ospedaliera e l'obiettivo è un'armonizzazione. Non si può ragionare su una semplice calcolo delle medie dei valori». In questo caso la "media del pollo di Trilussa" non rende equo il servizio.
Simona Zazzetta
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