Politica e Sanità
10 Novembre 2018In un bilancio a quattro mesi di applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (in vigore dal 25 maggio), emerge come siano in aumento, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, Reclami e segnalazioni, cresciute da 1.795 del 2017 a 2.547 di quest'anno. Segno, questo, di un maggiore interesse al tema della privacy anche da parte degli stessi utenti, che hanno visto allargare e semplificare l'ambito e le modalità per fare valere i diritti. Conoscerli è tanto più importante quanto più con l'attività professionale si viene a contatto con dati.
Anche in questa direzione, all'indomani della pubblicazione del decreto che ha armonizzato e calato nella realtà nostrana le norme europee, dal Garante della Privacy sono stati messi a disposizione una serie di strumenti per accompagnare il passaggio dalla precedente normativa alla nuova, che vede una responsabilizzazione dei titolari e dei responsabili dei dati. Nel materiale messo a disposizione c'è anche una scheda di sintesi, focalizzata, pur con finalità divulgative e non esaustive, a mettere in rilievo, appunto, i diritti che il Regolamento sancisce. «Il Regolamento (articoli 15-22) riconosce importanti diritti in materia di protezione dei dati personali, che possono essere esercitati rivolgendosi al titolare del trattamento (soggetto pubblico, impresa, associazione, partito, persona fisica, ecc.)». Tra questi c'è il diritto all'Accesso: chiunque può richiedere al titolare «di conoscere se eÌ in corso un trattamento di dati personali e - se confermato - di ottenere una copia di tali dati ed essere informato su: l'origine dei dati; i destinatari dei dati; le finalità del trattamento; l'esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione; il periodo di conservazione dei dati; i diritti previsti dal Regolamento».
È possibile «chiedere - nei casi previsti dal Regolamento - che i dati personali siano rettificati o cancellati, o che ne venga limitato il trattamento. Si può inoltre chiedere che i dati forniti a un titolare siano trasferiti a un altro titolare («diritto alla portabilità»), nel caso in cui il trattamento si basi sul tuo consenso o su un contratto con te stipulato e venga effettuato con mezzi automatizzati». Ma è anche possibile «opporsi al trattamento dei dati personali per motivi connessi alla situazione personale particolare, da specificare nella richiesta; oppure senza necessitaÌ di motivare l'opposizione, quando i dati sono trattati per finalità di marketing diretto». Con le nuove regole, è stata anche semplificata la modalità per esercitare i diritti: è possibile «presentare, gratuitamente e senza particolari formalità (per esempio, tramite posta elettronica, posta raccomandata, ecc.), una richiesta di esercizio dei diritti al titolare del trattamento (sul sito www.garanteprivacy.it eÌ disponibile un modulo facsimile). Il titolare del trattamento eÌ tenuto entro un mese a rispondere alla richiesta, o a comunicare un eventuale ritardo nella risposta in caso di richieste numerose e/o complesse (la proroga non può comunque superare i 2 mesi). Se la risposta non perviene nei tempi indicati o non è ritenuta soddisfacente, è possibile rivolgersi al Garante mediante un reclamo». «I dati», ha detto Antonello Soro, presidente del Garante, in una intervista riportata sul sito, «sono una grande risorsa economica, oggetto di transazioni commerciali e fonte di ricchezza. Ma, sono anche una proiezione nella dimensione digitale delle nostre persone. In questo scenario la protezione dei dati non è un diritto di cui fare a meno, ma un percorso per consentire uno sviluppo economico sostenibile, informato alla fiducia dei cittadini e indispensabile per la nostra sicurezza e libertà. Si tratta di un punto di equilibrio, reso più agevole grazie al regolamento europeo, che ha offerto a tutti i cittadini Europei un alto standard di protezione e che fa scuola nel mondo, tanto che oltre 200 paesi stanno introducendo norme simili». Dal Garante è stato messo in luce che il decreto che adegua l'ordinamento nazionale alle disposizioni europee è in vigore dal 19 settembre (G.U. n. 205 del 4 settembre 2018) e da una recente circolare di Federfarma era stato sottolineato come «per ora, in attesa dei provvedimenti attuativi del Garante, non sono previsti nuovi adempimenti od obblighi per le farmacie» ma «ci potrebbero essere delle semplificazioni».
Francesca Giani
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