Brexit, industria lancia allarme per no deal. Nhs si prepara con scorte
A meno di sessanta giorni dalla deadline del 29 marzo per l'uscita dalla Ue, l'industria britannica lancia, ancora una volta, l'allarme per il rischio no-deal, dopo che l'accordo con la Ue è stato respinto da Westminster. I timori riguardano le ricadute su produzione, investimenti e posti di lavoro, espressi in modo particolare da imprese del settore automotive, e, per quanto riguarda il farmaco, c'è chi, come Johnson & Johnson, tra i fornitori del Servizio sanitario britannico, sta costituendo in Gran Bretagna ingenti stock di forniture mediche di vitale importanza, per prepararsi al peggio. A preoccupare in modo particolare, sono le ricadute che un eventuale mancato accordo possa avere sulle possibilità di approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici sul territorio, soprattutto nelle situazioni che richiedono tempi particolarmente rapidi di consegna. Come riportano alcune agenzie, dalla multinazionale, il cui impianto di distribuzione è situato in Belgio, fanno sapere che «ci si sta preparando allo scenario no-deal ormai da più di un anno. Stiamo facendo il possibile per anticipare il futuro avendo come priorità le necessità di pazienti, consumatori, professionisti della salute e dei nostri dipendenti. Le situazioni più temute sono quelle di emergenza, come attentati o epidemie, che richiederebbero consegne in tempi molto rapidi». E la stessa direzione del Nhs sta verificando lo stato delle riserve di dispositivi medico-sanitari, assicurando che «in Europa nessuno ha interesse a bloccare le consegne di tali prodotti».
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