Integratori alimentari, valore di mercato e occupazione in crescita
Presentati i dati Censis sul consumo di integratori in Italia. Convention Federsalus: valore di mercato e occupazione in crescita
Sono 32 milioni gli italiani che consumano integratori alimentari, la maggioranza (63% circa) in età attiva e di sesso femminile (il 60%). Un utilizzo che fa crescere il valore di mercato (3,3 miliardi nel 2018, +126%) e l'occupazione del settore (cresciuto del 445 in 3 anni). Questi alcuni dei dati emersi dall'indagine Censis "Il valore sociale dell'integratore alimentare", i cui risultati sono stati esposti alla XX Convention di Federsalus svoltasi oggi a Roma. Secondo i dati presentati, il 57,3% degli italiani ha ricevuto il consiglio di utilizzare integratori alimentari e, tra questi, l'82,4% è stato consigliato da un medico (Mmg o specialista) o da un farmacista. L'aspetto del counseling di medico e farmacista, sottolinea una nota, "testimonia come l'utilizzo degli integratori alimentari non sia legato al mero "consumismo sanitario", ma funzionale alla buona salute". I dati di mercato (dati IQVIA per FederSalus), inoltre, indicano che "nel 2018 sono state 26 milioni le prescrizioni mediche di integratori alimentari; il 95% del mercato degli integratori si sviluppa in farmacia (86%) e parafarmacia (9%); il restante 5% nella Gdo". Tracciato anche il profilo di chi li assume: su 32 milioni di utilizzatori, 18 ricorrono a questi prodotti tutti i giorni o qualche volta a settimana, mentre 4 milioni qualche volta al mese. Il 74% degli utilizzatori (l'80% tra i laureati, il 76,9% tra le donne, il 75,1% tra i 35-64enni) valuta positivamente l'effetto sul proprio organismo, mentre l'1,7% lamenta esiti non positivi. Messo in evidenza il ruolo nella prevenzione: il 58% reputa ottimo o buono il proprio stato di salute, ritenendo dunque gli integratori "una componente stabile di strategie individuali, con il riferimento del medico o del farmacista in gran parte dei casi, per assicurarsi una buona salute". Un'analisi che voglia valutare l'effetto sociale non può esimersi dalle valutazioni in termini produttivi e di impiego: nel 2018 il valore generato dal mercato dell'integratore è stato di 3,3 miliardi di euro, ammontare che ha portato il nostro Paese al primo posto come quota di mercato europeo (23%, seguito dal 13% della Germania, dal 9% della Francia e dall'8% del regno Unito). Il valore dei consumi è cresciuto quindi del 126% nell'ultimo decennio, nonostante la contrazione dello 0,8% nei consumi complessivi familiari. Aumento anche nel numero degli addetti del settore, con un +49% nell'arco di tre anni. In crescita in fine l'export, lievitato del 48,5% nel triennio 2014-2017, a fronte del +125 del totale del sistema economico.
«La ricerca Censis ci mostra un consumatore in prima linea nelle scelte determinanti per la propria salute e che, grazie anche al consiglio attivo di medici e farmacisti - afferma Marco Fiorani, Presidente FederSalus - ha inserito l'integratore nel paniere dei beni essenziali in un contesto di massima attenzione alla spesa familiare. FederSalus è impegnata a promuovere il ruolo che gli integratori alimentari possono avere nella prevenzione primaria, consentendo di liberare risorse per il Servizio Sanitario Nazionale. Un passo necessario in questa direzione è il riconoscimento della specifica identità degli integratori, diversa da farmaci e alimenti. È essenziale per superare i limiti di regolamenti studiati per l'alimento e che non riconoscono la specificità dell'integratore, che oggi è la prima categoria dopo il farmaco su prescrizione in Farmacia e che dà il maggior contributo alla crescita del valore della farmacia italiana».
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