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Farmaci e dintorni

06 Giugno 2012

Antitumorali, attese per i nuovi farmaci e allarme per i vecchi


Parlare di nuovi farmaci antitumorali, e l’occasione è stata offerta dal Congresso Asco svoltosi a Chicago nei giorni scorsi, fa emergere il problema, anzi l’allarme secondo Cipomo, il Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri, della mancanza degli stessi in Italia, dei quali non si sa «quando verranno disponibili per i pazienti italiani e quanto costeranno». Con questo monito, Roberto Labianca, presidente Cipomo solleva la necessità di una riflessione, da parte di oncologi e autorità sanitarie, sull’accesso ai farmaci: «Non sono più tollerabili, anche per una questione etica nei confronti dei pazienti, ritardi rispetto a decisioni che devono essere prese subito dopo una rapida ed efficace valutazione e approvazione. Aifa e Ministero devono rendersi conto della necessità impellente di non più procrastinare decisioni semplicemente ignorando il problema». E se i farmaci di nuova generazione faticano ad arrivare sui mercati, quelli di vecchia generazione, antitumorali e altri, iniziano a mancare. Secondo gli esperti, c’è stato un calo della produzione per motivi economici poiché spesso i costi di vendita sono bassi e non determinano un ricavo economico rilevante per le aziende. E su questo Labianca avverte: «Non si arrivi alla situazione di scomparsa dal mercato di prodotti di grande importanza per la salute dei pazienti». Cosa che invece sta già accadendo, come ricordato da Michael Link, presidente Asco: «Il metotrexate è al momento l''unica terapia per la leucemia linfoblastica acuta. Gli oncologi Usa hanno lanciato l''allarme di recente affermando di avere una scorta di tale farmaco sufficiente solo per due settimane, e ciò ha portato all''intervento della Fda per una soluzione almeno temporanea». E se negli Stati Uniti, l’Fda risponde alla sfida, «invitando le aziende a comunicarci i loro problemi legati alla produzione di particolari farmaci in anticipo» come spiegato da un portavoce dell’ente, così che «l’Fda può intervenire in aiuto delle aziende prima che il farmaco venga a mancare sul mercato», in Italia il problema non è ancora attuale. «La produzione di farmaci che potrebbero venire a mancare è garantita dall''Istituto farmaceutico militare» ha spiegato Sergio Pecorelli, presidente Aifa e suggerisce una soluzione: «La creazione di piattaforme comuni per la produzione da parte delle aziende, in modo da garantire anche i farmaci più specifici».

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