Farmaci e dintorni
08 Febbraio 2013Il Parlamento europeo ha approvato, mercoledì scorso, la Transparency directive 2012/0035 che introduce specifiche sulle regole di fissazione dei prezzi dei farmaci equivalenti e biosimilari. In particolare, i deputati europei hanno proposto una riduzione dei tempi per autorizzazione e determinazione dei prezzi degli equivalenti e il divieto a vincolare alla copertura brevettuale le procedure della loro registrazione. Durante il dibattito precedente al voto, si apprende dal Sole24Ore, la relatrice della legge, Antonyia Parvanova del Gruppo dell''alleanza dei democratici e dei liberali per l''Europa della Bulgaria, ha ricordato che i ritardi nella scelta dei prezzi e della rimborsabilità possono raggiungere e superare i 700 giorni, definendoli inaccettabili: «Sono convinta» ha dichiarato «che sia i pazienti sia il sistema sanitario nazionale potranno trarne vantaggio dalle azioni corrette del nostro mercato farmaceutico. Il Parlamento europeo ha dimostrato la sua volontà di giocare un ruolo attivo nella realizzazione di questa legislazione». Sarà lei a negoziare il necessario accordo con i ministri europei per far sì che la legislazione entri in vigore. Soddisfatta Assogenerici: «È ormai evidente a tutti» scrive il presidente, Enrique Häusermann «che l’Unione europea ha ben chiari i benefici determinati dal farmaco equivalente e vuole difenderli e ampliarli, rimuovendo gli ostacoli che ancora si presentano alla rapida immissione in commercio dei nuovi medicinali generici». Häusermann sottolinea che il testo approvato interviene su due aspetti fondamentali: «Il primo è la riduzione dei tempi di autorizzazione e determinazione del prezzo per i nuovi farmaci equivalenti e biosimilari, che dovrebbe prevedere un termine massimo di 60 giorni. Il secondo è il divieto di qualsiasi forma di patent linkage, cioè di vincolo delle procedure di registrazione alla scadenza del brevetto, una misura che da sempre ha permesso pratiche dilatorie». E conclude: «Alla base del progresso scientifico vi è la tutela della proprietà intellettuale, ma siamo contrari a qualsiasi uso distorto della protezione brevettuale che, alla fine, danneggia anche la ricerca stessa».
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