Farmaci e dintorni

26 Aprile 2013

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Le vendite di farmaci veterinari nel 2012 hanno fatto registrare una crescita dell’1,7% rispetto al 2011, «percentuale che probabilmente risulterà più elevata quando avremo i dati per volumi, dato che anche nel settore veterinario sono entrati, alla scadenza di alcuni brevetti, farmaci copia con prezzi inferiori» ci ha detto Roberto Cavazzoni, direttore dell''Aisa, l''Associazione nazionale imprese salute animale. Il comparto quindi sembra reggere meglio di altri alla crisi economica e la farmacia si conferma canale privilegiato, «l’80% del fatturato veterinario passa in farmacia» conferma l’esperto «ed è rappresentato quasi esclusivamente da farmaci da prescrizione per la cura degli animali da compagnia, mentre a parafarmacie e grande distribuzione resta la sola vendita di antiparassitari per uso esterno e disinfestanti. Quello con la farmacia è un legame che vorremmo consolidare» ha sottolineato Cavazzoni «e a questo scopo stiamo studiando delle proposte da presentare a Federfarma, perché per crescere è indispensabile la piena e costante collaborazione di tutta la filiera del farmaco. La dispensazione del farmaco a uso umano, in sostituzione di quello veterinario, rappresenta per noi una perdita in termini di erosione dl fatturato: contrastare questa pratica residua consentirebbe al settore veterinario di incrementare le vendite e al farmacista di ampliare la sua gamma merceologica, recuperando parte di quella marginalità che sta perdendo per colpa della crisi. Occorre ricordare che, anche a parità di principio attivo, i farmaci veterinari sono diversi, perché gli animali possono avere controindicazioni proprie, legate alla fisiologia metabolica di ciascuna specie. Stiamo osservando una sempre maggior attenzione da parte dei proprietari alla salute dei propri animali e nessuno più del farmacista è qualificato per intercettare e rispondere a questi nuovi bisogni».