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Farmaci e dintorni

28 Giugno 2013

Da Aifa ok a primo vaccino contro meningococco B


Dopo l’ok da parte della Commissione europea nel gennaio scorso, anche l’Aifa ha approvato il primo vaccino contro il meningococco di sierogruppo B, responsabile di oltre 6 casi su 10 di meningite menigococcica in Italia. L’annuncio è stato dato ieri a Milano, in un incontro in cui Chiara Azzari, direttore della Clinica pediatrica II all’Aou A. Meyer di Firenze, ha ricordato che «le classi d’età a maggiore rischio sono due: la fascia 0-12 mesi e gli adolescenti tra 12 e 18 anni. Ecco perché, per ottenere risultati effettivi nella riduzione dei casi, la prima barriera deve essere posta ai 2 mesi, con programmi di vaccinazione adeguati». La malattia è particolarmente pericolosa: attacca persone sane senza alcun segnale di preavviso e su 10 persone che contraggono la malattia, una è destinata a morire e, su 5 che sopravvivono, una rischia gravi disabilità permanenti (danni cerebrali, problemi di udito, amputazioni). «Per creare i vaccini in grado di proteggere contro i ceppi A, C, Y e W135 si sono usate tecniche classiche, non efficaci nel caso del vaccino anti MenB, tanto che si è dovuto ricorrere alla reverse vaccinology» spiega Rino Rappuoli, responsabile mondiale della ricerca Novartis Vaccines. «Infatti, il batterio ha una guaina polisaccaridica del tutto identica a quella di strutture dell’organismo che non è riconosciuta come estranea dal sistema immunitario. Mediante l’analisi del genoma del patogeno, invece, si sono individuate alcune proteine esposte sottodominanti. Il vaccino è così costituito da 4 antigeni altamente immunogenici indipendenti l’uno dall’altro e che, nell’insieme, possono proteggere da un’ampia gamma di ceppi patogeni». «Per la meningite menigococcica non si può sperare in un’eradicazione perché i ceppi sono molti e le campagne vaccinali non sono applicate universalmente» osserva Michele Conversano, presidente della Società italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (Siti). «Possiamo però puntare ragionevolmente al controllo della malattia (ossia alla riduzione del numero dei casi) mentre solo con l’offerta attiva e gratuita delle due vaccinazioni (A, C, W135, Y e B) si potrà puntare all’eliminazione, ossia all’assenza di casi pur in continuità di circolazione degli agenti patogeni)».

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