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Farmaci e dintorni

30 Aprile 2014

Beta-bloccanti sicuri in pazienti con asma


I beta-bloccanti cardioselettivi sono sicuri nell’asma bronchiale? La risposta è in gran parte affermativa, almeno a giudicare dalle conclusioni di una revisione sistematica con relativa meta-analisi coordinata da Daniel Morales, ricercatore dell’Università di Dundee in Scozia e pubblicate su Chest. «La somministrazione di beta-bloccanti nei pazienti asmatici è vista spesso con diffidenza a causa del possibile innesco di broncocostrizione acuta cui può aggiungersi un eventuale effetto antagonista verso i broncodilatatori ad attività beta2-agonista somministrati come terapia di salvataggio» spiega il ricercatore scozzese. Il meccanismo d''azione ipotizzato è l’antagonismo ai beta-recettori polmonari con conseguente ipertono colinergico cui fa seguito una broncocostrizione. «Anche se una revisione Cochrane del 2002 ha concluso che in pazienti con asma lieve o moderato i beta-bloccanti cardioselettivi non danno effetti respiratori a breve termine e possono essere prescritti nei pazienti asmatici cardiopatici» riprende Moralen, che assieme ai colleghi dell’Asthma and Allergy Research Group ha passato in rivista i principali database biomedici in cerca di studi controllati e randomizzati sull''esposizione acuta a beta-bloccanti nell’asma. «I parametri di efficacia erano l’ostruzione al flusso aereo, il broncospasmo sintomatico e la risposta ai beta2-agonisti» afferma Morales. Gli studi inclusi nella meta-analisi sono stati 32, per un totale di 548 pazienti adulti trattati per 1-7 giorni con beta-bloccanti cardioselettivi e non. Ebbene, i composti selettivi hanno causato una riduzione media del 7% del volume espiratorio forzato in 1 secondo (Fev1), riducendo anche la risposta ai beta-agonisti all’incirca del 10%. L’effetto, dose-dipendente, era comunque più accentuato usando i composti non selettivi. «I medici devono sapere che impostando una terapia con beta-bloccanti, anche quelli cardioselettivi, alcuni dei loro pazienti asmatici potrebbero sperimentare un peggioramento dei sintomi respiratori» conclude Morales.

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