Beta-bloccanti a lungo termine e psoriasi, nelle donne c’è un legame
Secondo i risultati di una recente ricerca le donne ipertese sarebbero a maggior rischio di sviluppare psoriasi, a causa dell'uso prolungato di farmaci antipertensivi. Nello specifico il legame riscontrato dai ricercatori e pubblicato da Jama dermatology riguarda l'impiego dei beta-bloccanti, come atenololo e propranololo, e lo studio è partito dall'osservazione che «tra coloro che soffrivano di ipertensione da più di 6 anni il rischio di psoriasi era maggiore» ha spiegato uno dei ricercatori, Abrar Qureshi, professore di dermatologia al Warren Alpert medical school della Brown university di Providence. Per scoprire questo legame i ricercatori hanno eseguito un'indagine prospettica sulla coorte di 78.000 donne arruolate nel U.S. Nurses' health study dal 1996 al 2008. Incrociando i dati su presenza o meno dell'ipertensione, durata dell'ipertensione e tipologia di antipertensivi utilizzati, è emerso che nelle donne ipertese da almeno 6 anni il rischio psoriasi era più elevato del 27%, rispetto a quelle normotese, e nelle stesse pazienti che erano in terapia con beta-bloccanti il rischio saliva addirittura del 40%. Non ci sono evidenze sufficienti per parlare di un legame causa-effetto, l'ipotesi più probabile è che i beta bloccanti abbiano un effetto secondario sul sistema immunitario che scatena la psoriasi. In generale, ha sottolineato April Armstrong dermatologo all'università di Colorado, a Denver, in un commento sulla stessa rivista, i legami tra farmaci e peggioramento della psoriasi sono difficili da individuare perché molto soggettivi e con tempi di latenza variabili. Sarebbe quindi opportuno rivedere le terapie in atto quando un paziente con psoriasi manifesta una riacutizzazione della malattia, ricordando che tra i medicinali con probabile influenza negativa sul decorso della psoriasi ci sono anche litio, antimalarici e interferoni. (E.L.)
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