Farmaci e dintorni

30 Luglio 2014

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All'inizio dell'anno, sulla base dei risultati di due studi clinici, era emersa l'ipotesi che l'effetto contraccettivo della cosiddetta "pillola del giorno dopo" contenente levonorgestrel potesse risultare ridotto in donne di peso uguale o superiore a 75 chilogrammi, e non efficace oltre gli 80, tanto da determinare un aggiornamento delle informazioni sul prodotto. Come conseguenza della segnalazione, il Comitato dell'Agenzia per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha valutato le prove disponibili sull'efficacia di levonrogestrel e ulipristal acetato, entrambi utilizzati per prevenire gravidanze indesiderate dopo un rapporto sessuale non protetto o in seguito a un fallimento contraccettivo, in caso di impiego da parte di donne dall'elevato peso corporeo per stabilire la reale necessità di modificare le avvertenze in maniera definitiva.
Ora il CHMP ha concluso la sua revisione stabilendo che i dati emersi dagli studi clinici sono troppo esigui, e non sufficientemente solidi, per esprimere una parola definitiva sulla diminuzione di efficacia contraccettiva nelle donne in sovrappeso o obesità. Pur suggerendo una possibile tendenza a una riduzione dell'effetto, e raccomandando che i risultati di questi studi debbano essere inclusi nelle informazioni sul prodotto, il CHMP ha stabilito che le dichiarazioni attuali sull'impatto del peso corporeo devono essere eliminate nel caso di levonorgestrel e che il profilo di sicurezza di entrambi i farmaci, anche nelle donne di elevato peso corporeo, rimane favorevole a un loro impiego perché i benefici superano i rischi, sottolineando però che la contraccezione d'emergenza non deve sostituire un regolare metodo anticoncezionale.

Perché interessa il farmacista: è in prima linea nell'indirizzare al corretto uso di levonorgestrel e ulipristal in donne di peso normale ed elevato.

Marvi Tonus