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Farmaci e dintorni

28 Gennaio 2015

Acido folico in gravidanza, Fda: calano i casi difetti del tubo neurale


Dal 1998 la Food and drug administration ha disposto l'arricchimento di tutti i cereali in commercio con acido folico per prevenire i difetti del tubo neurale (Ntd). Ora, 16 anni dopo, uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) su Morbidity and mortality weekly report (Mmwr) rileva che i tassi di Ntd sono scesi del 35%, e che i cereali arricchiti hanno contribuito alla riduzione con 1.300 casi l'anno. Gli Ntd si sviluppano entro il primo mese di gravidanza, quando il tubo neurale si forma nella spina dorsale e nel cervello. «Se il canale non si chiude, possono generarsi difetti alla nascita come la spina bifida e l'anencefalia» spiega Jennifer Williams del National center on birth defects and Developmental disabilities dei Cdc, prima autrice dell'articolo, ricordando che studi passati hanno dimostrato che nelle donne fertili il rischio di Ntd scende del 50-70% con l'assunzione giornaliera di 400 microgrammi di acido folico. Dallo studio emerge che i tassi di Ntd erano calati in tutti i gruppi etnici osservati eccetto le donne ispaniche, probabilmente per la loro propensione a usare farina di mais nella dieta. «Per aumentare la prevenzione degli Ntd di ulteriori 40 casi l'anno potrebbe essere opportuno arricchire con acido folico, oltre ai cereali, anche la farina di mais» osserva l'autrice. E in un secondo studio sullo stesso numero di Mmwr, Mark Canfield del Department of state health services concorda sul fatto che che l'attuale supplementazione in gravidanza potrebbe non essere sufficiente, quantomeno nelle donne a rischio. «Le donne fertili dovrebbero prendere un multivitaminico con acido folico ogni giorno» esordisce l'autore, precisando tuttavia che in un gruppo di 27 donne con pregressa Ntd, appena il 37% ha assunto acido folico nella gravidanza successiva, sebbene tutte fossero state invitate ad assumere almeno 4 mg/die di acido folico prima e all'inizio della gestazione. «Chiediamo l'attuazione di programmi che aumentino la consapevolezza della necessità di supplementazione di acido folico nelle donne ad alto rischio» conclude Canfield.

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