Farmaci personalizzati con stampante 3D, Garattini: c’è ancora molto da imparare
Una stampante 3D con un software apposito ha consentito di fabbricare compresse di paracetamolo con diverse geometrie, ma quella che potrebbe apparire come una semplice curiosità può rappresentare invece un passo avanti nella formulazione di "farmaci su misura", almeno secondo gli autori dello University College di Londra, che hanno pubblicato il loro studio sull'International Journal of Pharmaceutics. Le diverse forme, infatti, si associano a velocità differenti con cui il principio attivo si scioglie, rendendosi disponibile per il trattamento voluto. «La fabbricazione di compresse di forma diversa con la stampante 3D - scrivono gli autori - può modulare i profili di dissoluzione farmaco e aiutare nella progettazione di medicinali con caratteristiche farmacocinetiche specifiche oppure pensate per agire in punti diversi dell'intestino» Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri", ritiene lo studio interessante, ma sostiene che «l'applicazione di questa tecnologia dipende fortemente da quello che sappiamo sulle necessità dei singoli individui, e molto c'è ancora da imparare». Insomma, la personalizzazione delle terapie, ottenibile più facilmente con le nuove tecnologie, «può essere efficace solo con una conoscenza più approfondita di ogni soggetto, ad esempio del profilo genomico o proteomico nel caso in cui questo sia rilevante per l'azione del farmaco. Oggi si parla molto più spesso di terapia stratificata; prendiamo i tumori della mammella: quelli che hanno una forte espressine di HER2 sono i più sensibili al trastuzumab, quindi il farmaco è indicato per lo strato di popolazione che ha quel marker». Lo studio ingelese delinea uno scenario futuro in cui «la fabbricazione dei farmaci si allontanerà dalla produzione di massa verso la produzione estemporanea di dosi personalizzate per i pazienti». Ma, come fa notare il farmacologo Garattini, per preparare quel futuro dobbiamo fare ancora molta ricerca.
Renato Torlaschi
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