Farmaci e dintorni
17 Giugno 2015Su entrambe le sponde dell'Atlantico, Europa-Usa, sono in corso indagini per valutare la sicurezza di una nuova classe di ipoglicemizzanti orali, gli inibitori del Sglt2, utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2. Nella lista dei sorvegliati speciali sono stati inseriti tre farmaci: canagliflozin, dapagliflozin ed empagliflozin, i primi due autorizzati anche in Italia. Queste molecole agiscono a livello del nefrone prossimale riducendo l'attività di una proteina, il co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (Sglt2), che riassorbe lo zucchero dalle urine. L'effetto finale è favorire la sua escrezione renale riducendo la glicemia a digiuno. La prima revisione, avviata dall'Agenzia europea dei medicinali su richiesta della Commissione, stabilirà l'entità del rischio di chetoacidosi diabetica osservata in alcuni pazienti in terapia. I sintomi caratteristici di questa complicanza del diabete di tipo 1 e di tipo 2, presumibilmente associata all'assunzione di inibitori del Sglt2, sono difficoltà respiratorie, confusione, sensazione di arsura, vomito, dolore addominale, nausea, perdita di appetito, stanchezza, coma fino al decesso. Il procedimento di rivalutazione dell'Ema deriva dalla segnalazione a Eudravigilance di un centinaio di casi gravi che hanno richiesto, per alcuni pazienti, il ricovero in ospedale. In contemporanea, sull'altra sponda dell'Atlantico ci si concentra sul legame tra canagliflozin (uno dei farmaci della lista Ema) e la comparsa non solo di chetoacidosi diabetica ma anche di infezioni urinarie, disidratazione e danno renale. A marzo 2015 l'Fda aveva già emesso un avviso riguardo la possibilità che gli inibitori del Sglt2 fossero all'origine di gravi eventi avversi renali consigliando ai pazienti di rivolgersi immediatamente al medico. Ora la decisione di approfondire la questione. Al termine di entrambi i processi di rivalutazione le agenzie decideranno eventuali modiche di utilizzo per questi medicinali.
Perché interessa il farmacista: per i pazienti in trattamento con inibitori del Sglt2 il rischio di sviluppare effetti collaterali gravi è reale. Qualora si presentassero sintomi suggestivi di chetoacidosi diabetica, o alterazione della funzione renale indipendentemente dai livelli di glucosio nel sangue, non interrompere la cura ma comunicare con il medico e il farmacista.
Marvi Tonus
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