Farmaci e dintorni
16 Novembre 2011Una recente e ampia revisione mette in dubbio i potenziali benefici finora riconosciuti allintegrazione con acido folico sulla salute cardiaca, in virtù della sua capacità di abbassare i livelli di omocisteina, marcatore di infiammazione considerato fattore di rischio cardiovascolare. Lo studio, pubblicato da Archives of internal medicine, ha valutato otto studi randomizzati per un totale di 37.500 persone che avevano avuto patologie cardiache o erano considerati a rischio. Circa metà di loro avevano preso tra 0,8 e 40 mg di acido folico per almeno un anno e laltra metà un placebo. In media, lintegrazione aveva effettivamente ridotto del 25% i livelli di omocisteina ma non era stato riscontrato un impatto benefico misurabile. Infatti, i tassi di infarto, di decessi per cause cardiache o di ictus erano gli stessi nei due gruppi di partecipanti. Molti ricertatori concordano sul fatto che i livelli di omocisteina non sembrano avere un forte potere predittivo infatti la sua misurazione è stata sostituita con il controllo di altri marcatori di infiammazione e lAmerican heart association non raccomanda più lintegrazione con folati per controllarne la concentrazione.
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