Nutrizione
23 Dicembre 2011Le malattie renali, quasi sempre caratterizzate da pressione arteriosa elevata e da perdita di proteine nelle urine, sono contrassegnate da una progressiva perdita della funzione dei reni, fino alla dialisi e al trapianto. La terapia con antipertensivi della classe degli Ace-inibitori, quando riesce a ridurre la perdita di proteine renali, rallenta e a volte arresta l’evoluzione sfavorevole della nefropatia. Un eccessivo consumo di sale però rende difficile il controllo adeguato della pressione arteriosa, e questo può avere risvolti negativi sulla funzione renale. Lo confermano i risultati di uno studio dei ricercatori del Centro Anna Maria Astori dell''Istituto Mario Negri di Bergamo, in collaborazione con colleghi olandesi dell''Umcg (University medical center Groningen), effettuato su pazienti in terapia con un Ace-inibitore. Dall’analisi dei dati raccolti con lo studio clinico Rein (Ramipril efficacy in nephropathy) gli esperti hanno scoperto che la funzione renale dei pazienti che consumavano quantità eccessive di sale subiva un significativo peggioramento e una più rapida progressione verso uno stadio avanzato dell’insufficienza renale. È come se un elevato consumo di sale, anche a fronte di un controllo ottimale dell''ipertensione, compromettesse l''azione del farmaco sulla proteinuria e ne annullasse l''effetto di protezione sul rene. In conclusione, seguire una dieta a moderato contenuto di sale è un requisito necessario per ottenere una protezione efficace del rene.
J Am Soc Nephrol. 2011 Dec 1. [Epub ahead of print]
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