Nutrizione
17 Aprile 2014Il Regolamento UE 609/2013, approvato lo scorso giugno, sarà pienamente applicato da luglio 2016, abrogando la norma attualmente in vigore che riconosce agli alimenti per celiaci lo status di “prodotti dietetici”. Esperti del settore e associazioni di consumatori (soprattutto italiani) avevano più volte chiesto alle Autorità europee, che questi prodotti potessero rimanere parte del gruppo degli alimenti destinati ad un’alimentazione particolare: avrebbero così continuato ad usufruire di maggiori tutele grazie ad una legislazione ad hoc, che richiedeva accorgimenti produttivi e una certa conoscenza dei problemi connessi con la patologia. Per gli intolleranti al glutine l’esclusione della proteina dalla dieta è l’unica terapia ad oggi riconosciuta. I prodotti senza glutine pronti al consumo, cui si dovrebbe ricorre per completare una dieta principalmente a base di frutta, ortaggi, legumi, uova, carne e pesce tutti naturalmente senza glutine, possono tuttavia aiutare gli intolleranti a seguire un corretto stile alimentare, garantendo un alto contenuto di servizio per i diversi momenti della giornata (si pensi a pane, pasta, biscotti, merende e sostituti del pane). Oggi la dicitura “senza glutine” riguarda i prodotti con un contenuto di glutine inferiore a 20 ppm e può essere utilizzata anche per gli alimenti del libero commercio (gelati, salumi, caramelle, salse, ecc.), a patto che le aziende riescano a garantire tale limite con procedure adeguate. Il nuovo Regolamento prescrive che siano recepite le disposizioni “restrittive” fino ad oggi previste per gli alimenti senza glutine, soprattutto in merito agli aspetti di sicurezza. La comunicazione dell’assenza o del ridotto contenuto di glutine sarà quindi regolata, come per tutti i prodotti, dalle norme che disciplinano le informazioni da fornire al consumatore non solo tramite l’etichetta, ma anche in situazioni diverse, come all’interno di ristoranti e mense (Regolamento UE n. 1169/2011). Si è visto che l’adesione stretta ad una dieta priva di glutine migliora progressivamente nel tempo lo stato di salute del celiaco, normalizzando le eventuali carenze presenti al momento della diagnosi. Una maggior varietà di prodotti in linea di principio dovrebbe garantire una più ampia possibilità di scelta e favorire una corretta adesione alla dieta. Nella preparazione di prodotti senza glutine si sono aggiunte più di recente fonti alimentari diverse, materie prime versatili e in grado di caratterizzare le formulazioni con gusto e consistenza apprezzabili. Sono i cosiddetti pseudo-cereali (amaranto, grano saraceno e quinoa), tipici di culture alimentari non mediterranee: da un punto di vista botanico non sono classificati come cereali, ma si sono rivelati una buona riserva di carboidrati e in grado di migliorare gli apporti dietetici di proteine, ferro, calcio e fibre dei celiaci a dieta senza glutine (sebbene gli studi siano pochi e preliminari).
Francesca De Vecchi - esperta in scienze dell’alimentazione
Regolamento (UE) n. 609/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 giugno 2013 , relativo agli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia, agli alimenti a fini medici speciali e ai sostituti dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso e che abroga la direttiva 92/52/CEE del Consiglio, le direttive 96/8/CE, 1999/21/CE, 2006/125/CE e 2006/141/CE della Commissione, la direttiva 2009/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e i regolamenti (CE) n. 41/2009 e (CE) n. 953/2009 della Commissione
Lee, A.R.; Ng, D.L.; Dave, E.; Ciaccio, E.J.; Green, P.H. The effect of substituting alternative grains in the diet on the nutritional profile of the gluten-free diet. J. Hum. Nutr. Diet. 2009 22: 359-63
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