Nutrizione
05 Novembre 2015L'aspartame è un dolcificante di sintesi, inodore e 200 volte più dolce del saccarosio, composto da acido aspartico e fenilalanina, esterificata con metanolo. In Europa è stato approvato per l'uso in alimenti, bevande e farmaci, sin dal 1994. Fra i dolcificanti intesivi, sostanze di origine artificiale o naturale da piante, usate per il loro elevato potere dolcificante e il basso contenuto calorico, che comprendono fra gli altri, K-acesulfame, stevia, saccarina e sucralosio, l'aspartame è il più usato: si conta che nel mondo sia presente in più di 6000 prodotti (farmaci compresi) consumati anche da bambini e donne in gravidanza e questo ha più volte indotto gli esperti a chiedere alle autorità sanitarie di garantirne la sicurezza d'uso. Uno studio recente del Weizmann Institute (Israele), pubblicato su Nature, ha riaperto la discussione perché ha evidenziato che il consumo di aspartame (ma anche di sucralosio e saccarina) porta allo sviluppo di un'intolleranza al glucosio e quindi squilibri del metabolismo, dovuti all'induzione da parte dei dolcificanti in questione di un'alterazione funzionale e compositiva del microbiota intestinale. Negli anni l'aspartame ha subito numerose valutazioni. Una delle principali controversie, ancora non sopita, riguarda i dubbi di potenziale carcinogenicità.
Nel 2013, sull'onda delle pressanti richieste e anticipando di qualche anno i lavori di rivalutazione previsti nel 2020, Efsa, l'Autorità per la sicurezza alimentare, ha valutato gli studi disponibili eseguiti su topi e sull'uomo e ha emesso un'opinione in cui lo ha nuovamente dichiarato sicuro per il consumo umano alla dose giornaliera ammissibile (Dga) già adottata, pari a 40 mg/kg di peso corporeo/die. Efsa ha dunque escluso ancora una volta per l'aspartame non solo il potenziale rischio di indurre il cancro, ma anche di genotossicità e di causare danni al cervello. Ha escluso inoltre la possibilità che il consumo in gravidanza alle dosi consigliate possa far correre al feto in via di sviluppo dei rischi dovuti all'assunzione di fenilalanina. Scagionati da Efsa anche i sui prodotti di degradazione, metanolo, fenilalanina, acido aspartico: alle dosi di consumo suggerite l'aspartame non contribuisce ad aumentare significativamente nella dieta la quantità di queste sostanze, già presenti perché veicolati da alcuni alimenti. Alle dosi consigliate l'aspartame è sicuro e deve essere escluso solo dalla dieta di tutti i pazienti che soffrono di fenilchetonuria, patologia che impone la stretta osservanza di una dieta a ridotto tenore di fenilalanina.
Francesca De Vecchi - esperta in scienze e tecnologie alimentari
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