Fisco e Tributi
04 Dicembre 2012Conto alla rovescia per definire quanto i possessori di immobili dovranno lasciare sul piatto a titolo di Imu. Nella stragrande maggioranza dei casi il versamento del saldo sarà assai più gravoso rispetto all’acconto versato il 18 giugno scorso in quanto il primo pagamento è stato calcolato applicando le aliquote ordinarie fissate dal DL 201/2011 (0,4% per l’abitazione principale e 0,76% per le “seconde case”). Il metodo di calcolo forfettario della prima rata si è reso necessario per dare tempo ai comuni di deliberare entro il 31 ottobre il proprio regolamento Imu. La sensazione di un generale aumento delle aliquote è diventata certezza a mano a mano che i regolamenti comunali venivano pubblicati. Alcuni comuni, vista la difficile situazione economica, non hanno esitato a deliberare il massimo possibile (0,6% per l’abitazione principale fino a 1,06% per la “seconda casa”) o comunque ad approvare un aumento delle aliquote ordinarie previste dal DL 201/2011. Pertanto, nella maggior parte dei casi (non tutti, chiaramente) l’onere che verrà sostenuto con il pagamento del saldo sarà notevolmente superiore in quanto si dovrà versare anche il conguaglio dell’acconto applicando le nuove aliquote. Inevitabili e solo in parte già manifeste, le ripercussioni sul valore degli immobili e dunque sul patrimonio di tante famiglie italiane. In un momento di congiuntura economica così sfavorevole, che ha colpisce in modo trasversale numerosi settori compreso quello del farmaco, il pagamento in sequenza del secondo acconto Irpef e del maxi saldo Imu renderà per molti il Natale amaro.
Rubrica a cura dello studio Furlotti Del Bue e studio legale tributario Costa-Bianchi, Parma
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