Politica e Sanità

15 Novembre 2011

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La priorità è il controllo del colesterolo LDL, lo sostengono la maggior parte dei 750 cardiologi e diabetologi intervistati in un''indagine condotta da Tns in Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, i cui risultati sono stati presentati oggi al congresso della Società europea di cardiologia (ESC), in corso a Vienna. Tuttavia, quasi il 70% degli specialisti coinvolti nel sondaggio è convinto che la maggior parte dei propri pazienti ipercolesterolemici a rischio non raggiunge gli obiettivi fissati dalle linee guida scientifiche. In questo senso, per l''81% dei cardiologi, la monoterapia con statine utilizzata fino a oggi per combattere il colesterolo LDL, nei pazienti ad alto rischio non basta più: il 94% degli esperti ritiene che per ottenere risultati migliori sia indispensabile non solo inibire la sua sintesi nel fegato, ma anche impedirne l''assorbimento nell''intestino. Una azione doppia, quindi, che potrebbe essere esplicata da un nuovo farmaco targato Merck Sharp&Dohme e Schering-Plough, ezetimibe/simvastatina (Inegy).