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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Evitare il quick fix per i bimbi iperattivi


Secondo i dati presentati dal comitato Giù le mani dai bambini, al convegno “Bambini diversamente vivaci: patologia o risorsa?”, in Italia la percentuale dei bimbi con la sindrome da deficit dell''attenzione e iperattività (ADHD), sottoposti a terapia con psicofarmaci, è tripla rispetto a quella americana e addirittura quintupla rispetto a quella inglese. “Per la precisione � spiega da Luca Poma, portavoce del comitato � l’83% nel nostro Paese, 32% negli Stati Uniti e 18% in Inghilterra. Un fenomeno in crescita che, in un prossimo futuro, rischia di coinvolgere decine di migliaia di piccoli italiani". E lancia un appello al Parlamento: “E’ necessario - sottolinea Poma - approfondire i motivi per i quali qualcuno, nonostante tutte le evidenze scientifiche prodotte, continua a rifiutarsi di modificare questi protocolli". Presente al convegno anche William Carey, professore di Pediatria clinica all''Università della Pennsylvania e componente dell''Accademia delle scienze statunitense. "Negli ultimi quindici anni - ha dichiarato - la produzione di Ritalin è aumentata di ben 17 volte. Da noi negli Stati Uniti solo per l''iperattività vengono somministrati questi psicofarmaci a oltre 4 milioni di bambini e ragazzi. I criteri diagnostici per definire l''iperattività sono a tal punto vaghi e inesatti che molti bambini normali vengono inclusi nelle diagnosi e messi in cura con psicofarmaci".  L''esperto americano rivolge quindi un appello agli specialisti e al governo italiano. "Almeno voi in Italia - ha detto - evitate la mentalità americana del quick fix, ovvero l''idea che situazioni complesse possano avere risposte semplici. Il vostro Governo nazionale - ha concluso Carey - deve giocare un ruolo importantissimo nello stabilire limiti all''uso di questi farmaci e l''esempio dell''abuso che avviene negli Stati Uniti dovrebbe indurre le autorità a essere molto caute"

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