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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Fofi: la legge 38 sta funzionando, palliative più accessibili


Una guida pratica per la gestione dei farmaci oppioidi nell’ambito delle cure palliative e un’area riservata nel nuovo sito della Fofi dalla quale scaricare tutti gli aggiornamenti normativi. Sono le due iniziative lanciate dalla Fofi per festeggiare il primo anno di vita della legge 38/2010 per l’accesso alle terapie contro il dolore. Una normativa epocale per il nostro paese, perché ha semplificato parecchie delle incombenze burocratiche che finora frenavano medici e farmacisti nel prescrivere e dispensare farmaci oppiacei, tanto da lasciare il nostro paese in fondo alla classifica europea per l’uso di questi medicinali nelle cure palliative. «Con la legge 38» ha ricordato il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «sono stati introdotti significativi cambiamenti: il ricettario unico, la semplificazione degli acquisti e infine la rimozione del divieti a eventuali correzioni del farmacista sulla ricetta in caso di errori formali del medico nei dosaggi». La legge ha quindi dato il via a un cambiamento culturale che richiederà tempo e che investe pazienti, farmacisti e medici. Ma intanto, qualche segnale di un’inversione di tendenza in atto già c’è: «Dall’approvazione della legge» ha sottolineato l’amministratore delegato di Ims Health, Sergio Liberatore «le vendite di antidolorifici oppioidi sono cresciute in media del 30% e le prescrizioni dell’8%». «L’Italia» ha ricordato dal canto suo Marco Filippini, amministratore delegato di Mundipharma pharmaceutical «aveva consumi procapite inferiori di dieci volte rispetto al paese leader, la Germania, e di quattro volte rispetto all’Europa. Grazie alla legge 38, però, siamo il paese il cui mercato sta oggi crescendo a ritmo più sostenuto, con un 23% nel 2010 rispetto al 2009 nel segmento degli oppioidi forti». «Va dato atto alla Fofi di aver fornito un contributo importante in sede di scrittura della legge» ha infine ricordato il presidente della commissione ministeriale che ha lavorato alla semplificazione, Guido Fanelli «anche perché noi non avevamo ben chiare tutte le incombenze burocratiche gravanti sui farmacisti. Grazie alla Federazione, è stato possibile intervenire su questioni dimenticate come la distruzione degli oppiacei».

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