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Politica e Sanità

17 Novembre 2011

Prezzi equivalenti, ribassi al ralenty e la confusione non cala


Tensione sempre alta nelle farmacie per i tagli ai prezzi di riferimento impartiti dall’Aifa ed entrati in vigore una settimana fa. Questo almeno è il quadro dipinto da Altroconsumo, che denuncia numerose telefonate ai suoi centralini da parte di cittadini indignati per aver dovuto pagare anche decine di euro per un equivalente. La soluzione rimane quella di un abbassamento generalizzato dei prezzi da parte delle aziende, dato per certo dalla stessa Aifa a partire proprio da ieri. Ma per ora le informazioni provenienti dai distributori fanno intravvedere un quadro in evoluzione sì, ma senza fretta: alcuni produttori stanno ribassando o lo hanno appena fatto - compreso qualche nome importante - ma non sempre il calo azzera la quota di compartecipazione a carico del cittadino e soprattutto le aziende si stanno adeguando lentamente, come prevedevano nei giorni scorsi diversi osservatori. Intanto all’elenco delle regioni in cui i prezzi di riferimento vengono applicati senza “abbuoni” per gli assistiti c’è dall’altro ieri anche la Campania. Qui infatti le liste di trasparenza dell’Aifa sono entrate in vigore soltanto mercoledì ma l’invito lanciato il 19 aprile dal presidente di Federfarma Campania, Nicola Stabile, perché la Regione applicasse la clausola di salvaguardia per risparmiare ai campani il ticket sul generico non è stato raccolto. Infine, a proposito di prezzi c’è da registrare l’intervento del coordinatore della Commissione affari finanziari della conferenza delle Regioni, Romano Colozzi, secondo il quale i problemi registrati in questi giorni sono da ricondurre a lacune nella legge Finanziaria da cui deriva l’intervento. Per questo motivo, ha detto Colozzi, «è urgente attivare il Tavolo Governo-Regioni sulla farmaceutica previsto dal Patto per la salute e mai concretizzato. Cosi come invito a non considerare solo la farmaceutica quale elemento su cui calcolare risparmio ma anche il settore dei dispositivi medici, come peraltro indicato nel Patto stesso».

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