Politica e Sanità
17 Novembre 2011Dopo la Toscana anche il Friuli Venezia Giulia potrebbe farsi carico della differenza tra quota di rimborso e prezzo di vendita per garantire il generico gratuito ai propri cittadini. Il condizionale è d’obbligo perché al momento si tratta soltanto di un’ipotesi di lavoro, esplicitata venerdì scorso dall''assessore alla salute, Vladimir Kosic. «Se la situazione non dovesse cambiare a breve, e cioè se non si assisterà all''abbassamento dei prezzi da parte delle aziende farmaceutiche» ha detto Kosic «la Regione valuterà come intervenire. È dal 2001 che non applichiamo ticket sui farmaci, nemmeno ora la Regione intende che costi impropri ricadano sui cittadini».
Nessun indugio invece in Piemonte, dove la Regione ha prorogato di un mese l’applicazione straordinaria della clausola di salvaguardia, che consente alle farmacie di dispensare gratuitamente il generico meno caro anche quando sussiste una differenza con il prezzo di riferimento. «In questo lasso di tempo» è la riflessione del presidente di Federfarma Piemonte, Luciano Platter «i prezzi degli equivalenti dovrebbero scendere ancora e ridurre ulteriormente la compartecipazione a carico dei pazienti». In effetti i dati diramati tra giovedì e venerdì dicono che ormai nel 60% delle 529 categorie terapeutiche, in cui è divisa la lista di trasparenza dell’Aifa, c’è almeno un generico allineato alla quota di rimborso. E anche se a ieri sera non risultavano nuovi ritocchi, continua a essere convinzione generale che nei prossimi giorni altri produttori rivedranno i propri listini. Lo confermano anche gli ordini delle farmacie, sempre con il freno a mano tirato per evitare svalutazioni delle giacenze troppo onerose. Intanto, a maggio dovrebbe riprendere il tavolo sulla farmaceutica tra Stato e Regioni che era stato istituito dal Patto per la salute e da circa un anno non si era più riunito. Sul piatto il deficit della spesa ospedaliera, due miliardi e mezzo solo per quest’anno, e la sostenibilità dei bilanci regionali.
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