Politica e Sanità
17 Novembre 2011Con l’uscita in Gazzetta del decreto su infermieri e fisioterapisti un altro importante tassello si aggiunge al mosaico della farmacia dei servizi. E sul territorio iniziano a fioccare sperimentazioni e applicazioni di quel modello di farmacia dei servizi che trova la sua carta costituzionale nel d.lgs 153/2009. Progetti improntati alla pragmaticità del regime privato, perché finché non si rinnova la Convenzione nazionale (e a seguire gli accordi integrativi regionali) le farmacie, non solo non possono proporre i nuovi servizi sotto l’ombrello del Ssn, ma devono anche rispettare gli onerosi requisiti delle normative vigenti nel caso in cui vogliano ospitare infermieri o fisioterapisti tra le proprie mura. E così, a La Spezia i farmacisti (con Federfarma) e gli infermieri (con il collegio provinciale Ipasvi) sono al lavoro su una bozza di convenzione che punta sì a mettere assieme le due professioni, ma a casa del paziente anziché in farmacia. Il progetto, in sostanza, consentirà ai presidi spezzini di proporre alla clientela prestazioni infermieristiche a domicilio in regime privato attraverso una cooperativa che opererà in forma libero professionale. «Con l’Ipasvi» spiega il presidente di Federfarma La Spezia, Elisabetta Borachia «abbiamo concordato un tariffario di servizi a prezzo calmierato. Il titolare tratterrà una quota per l’attività di registrazione e prenotazione, il resto verrà girato all’infermiere senza oneri Iva, perché siamo nel campo delle prestazioni dirette alla cura della persona». A ogni richiesta, il farmacista compilerà una scheda con i dati della persona da assistere e la trasmetterà via Internet a un call center, che provvederà ad assegnare la prenotazione a uno degli infermieri in servizio. «In questo momento stiamo raccogliendo le adesioni tra le farmacie» spiega ancora Borachia «poi attorno a metà maggio firmeremo la convenzione con la cooperativa. L’intenzione è quella di partire da giugno». Anche in Sicilia si lavora attivamente alla farmacia dei servizi. In questo caso il motore è una società della distribuzione intermedia, la Dm Barone, che in collaborazione con due cooperative di farmacisti riunite sotto l’insegna Farmacia dinamica, offre pacchetti di servizi diversificati in base alla “taglia” della farmacia. I contenuti appartengono al repertorio classico della farmacia e spaziano dalle campagne di prevenzione e screening alle giornate di consulenza con specialisti ed esperti, ritagliati però sulla superficie di vendita del presidio. «L’insegna» spiega Marilena Agosta, responsabile marketing della Dm Barone «riunisce una trentina di farmacie con metrature che spaziano dai 50 ai 250 metri quadri. Abbiamo eseguito una mappatura delle superfici e in base a questa proponiamo servizi su misura nella cornice di campagne comuni: nelle farmacie più piccole, per esempio, si distribuiscono volantini o materiale informativo, in quelle più grandi organizziamo incontri a tema o appuntamenti con lo specialista».
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