Politica e Sanità
17 Novembre 2011«Come Ordine noi dobbiamo tutelare il cittadino e cercare di ripristinare la normalità nella quale il medico prescrive e il farmacista distribuisce i farmaci. Con l’obiettivo comune del miglioramento della sanità» così Felice Ribaldone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Genova, commenta l’inchiesta dei Nas in corso nel capoluogo ligure sui rapporti vietati tra mutualisti e farmacisti. Sembra, infatti, che a Genova gli appartamenti in cui lavorano i medici sotto l’esame dei Nas, siano di proprietà di titolari di farmacia. Le ricadute di questo connubio sono evidenti e su queste i carabinieri stanno indagando: controllare che sia stato stipulato e depositato un regolare contratto, che l’affitto sia congruo, nonché verificare che il volume d’affari delle farmacie non sia aumentato in coincidenza con l’arrivo di altri medici. Infine verificare se per alcuni pazienti ci sia un numero di ricette superiore alla media. Tre i possibili capi d’imputazione per i farmacisti e per i medici: corruzione, truffa ai danni del Ssn e in alcuni casi comparaggio. È stato lo stesso Ribaldone, tra l’altro, a far partire l’indagine «quando si hanno notizie di questo tipo per una questione deontologica, si deve intervenire» precisa il presidente dell’Ordine genovese. Ma come sono andate le cose? «Mi sono arrivate denunce» risponde Ribaldone «sulle quali ho fatto degli approfondimenti. Trovando i riscontri ho fatto le segnalazioni del caso ai Nas. Di seguito ho inviato alle 256 farmacie sul territorio una circolare, evidenziando i punti del codice deontologico che regolano i rapporti tra medici e farmacisti. L’inchiesta» aggiunge il presidente di Fofi Genova «riguarda, peraltro, poche farmacie sul territorio». E se l’indagine arrivasse a confermare i reati come vi comportereste come Ordine? «I provvedimenti disciplinari a questo punto diventerebbero inevitabili. Anche se spesso le questioni giuridiche vanno per le lunghe e rischiano di finire in una bolla di sapone. Ma l’Ordine deve comunque fare il possibile per riportare la situazione alla normalità». Si tratta di un malcostume diffuso o il caso genovese è isolato? «Purtroppo il malcostume è diffuso sul territorio anche se per un numero di casi limitati. Per questo è importante vigilare e fare in modo che i rapporti tra medici e farmacisti non diventino patologici. Va detto» conclude Ribaldone «che sarei ben lieto di ridimensionare, ma è giusto che l’operazione vada dove deve andare».
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