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Politica e Sanità

17 Novembre 2011

Garante della Privacy, le regole per la farmacia


Segnalare la distanza di cortesia, rendere nota a tutti i pazienti l’informativa sul trattamento dei dati e rispettare la riservatezza dell’assistito anche nella consegna di risultati di analisi. Questi i principali obblighi a cui è chiamato il farmacista nella gestione dei dati sensibili sullo stato di salute. A ricordarli è il Garante della Privacy Francesco Pizzetti (foto), che recentemente ha raccolto le indicazioni emesse nel corso del tempo sul tema, in un vademecum dal titolo “Dalla parte del paziente. Privacy: le domande più frequenti”. Destinato a pazienti e operatori sanitari, il documento è disponibile sul sito del Garante, ma può anche essere richiesto in formato cartaceo all''Ufficio relazioni con il pubblico dell''Autorità. «Per garantire la riservatezza dei colloqui» si legge nel vademecum «nelle farmacie o presso gli sportelli di ospedali e aziende sanitarie devono essere previsti appositi spazi» spesso segnalati con una riga gialla «oltre i quali gli utenti attendano il proprio turno». Anche i farmacisti sono tenuti a consegnare ai pazienti l’informativa sul trattamento dei dati. La buona notizia è che «può essere data una tantum e oralmente». In forma scritta è prevista comunque la possibilità di affiggere il testo in un punto visibile a tutti. «L’informativa» specifica il Garante «deve indicare chi è il soggetto che raccoglie i dati e il loro ambito di circolazione, quali sono gli scopi e le modalità del trattamento. Deve contenere anche indicazioni sulle modalità con cui l’interessato può esercitare i diritti di integrazione, aggiornamento o cancellazione». Un capitolo è dedicato alla consegna di referti e risultati di analisi: anche in questo caso va rispettata la distanza di cortesia. Tali documenti possono essere dati a terzi, ma solo in busta chiusa e con delega scritta. Un ultimo ammonimento riguarda i social network: «Attenzione» ricorda il Garante «a non pubblicare dati personali, per esempio nomi o fotografie, di pazienti sulle proprie pagine, anche se si pensa di condividerli solo con colleghi sanitari».

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