Politica e Sanità
17 Novembre 2011Sulla fattibilità di mettere al bando i cosmetici testati su animali a partire dal 2013 sono troppo pochi i Paesi membri che si sono espressi a favore nel corso della consultazione indetta dalla Commissione europea. Il rischio è che si scelgano le altre opzioni disponibili: uno slittamento del provvedimento o un posticipo a data da destinarsi. A lanciare l’allarme la Lega italiana antivivisezione (Lav), che insieme a 14 Stati Membri, industria cosmetica e associazioni animaliste europee ha partecipato all’incontro, richiesto da Parlamento e Consiglio dei ministri perché la Commissione esprima un parere sulla questione. «A eccezione di Austria, Belgio e Svezia, che sono a favore del rispetto del bando» spiega l''associazione in una nota, «la Norvegia si è espressa per uno slittamento, mentre Danimarca, Francia, Germania, Grecia e Italia sono a favore di un posticipo a data da definirsi, vincolato alla validazione di test sostitutivi. Inoltre, Olanda e Portogallo hanno indicato come il rispetto del divieto previsto per il 2013 possa rappresentare uno svantaggio, mentre Finlandia e Slovacchia non hanno espresso alcuna opinione». Secondo l’Associazione europea dell’industria cosmetica (Colipa) se viene rispettata la data del 2013 si potrebbe produrre una riduzione dei profitti del 5-20%. Ma per la Lav «la lobby dei test su animali non vuole perdere potere nemmeno per una piccola fascia della ricerca, che in realtà occupa solo il 4% del mercato». Non appena la Commissione si esprimerà, inizierà l’iter di co-decisione tra Consiglio e Parlamento. «Purtroppo» commenta Michela Kuan, biologa e responsabile Lav settore Vivisezione, «a parte le associazioni animaliste, la grande maggioranza degli enti coinvolti nella consultazione non è a favore del mantenimento del divieto del 2013 e con grande probabilità la Commissione indicherà la non fattibilità del rispetto di tale bando».
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