Politica e Sanità
17 Novembre 2011Interlocutorio o deludente. Ottimisti e pessimisti scelgano l’aggettivo giusto per definire l’esito dell’incontro che lunedì ha visto una delegazione di Federfarma presentare al ministro Tremonti un “mini dossier” sulla riforma della remunerazione delle farmacie. In tutto una dozzina di pagine, contenenti una fotografia dello stato di salute delle imprese dalla croce verde – dai colori non proprio brillanti – e una bozza di proposta per un sistema misto alla “tedesca”, ossia quota fissa per confezione più un margine percentuale a copertura delle spese logistiche. Nel documento non si fanno numeri per quantificare le due voci della remunerazione, ma viene comunque abbozzato un sistema che muterebbe profondamente i meccanismi di formazione dei prezzi. Federfarma, infatti, ipotizza il passaggio al sistema misto anche per i distributori intermedi, mentre per i produttori propone una contrattazione diretta con il Ssn per la determinazione di un prezzo d’acquisto ex-factory separato dal prezzo di vendita al pubblico. Inoltre, il passaggio alla remunerazione mista per le farmacie consentirebbe, sempre secondo il sindacato, di superare l’attuale assetto della distribuzione diretta e passare in tutte le Regioni a una dpc estesa su tutto il Pht, con il Ssn nel ruolo di acquirente e le farmacie in quello di distributori qualificati sul territorio, senza sovrapposizione di altri canali non altrettanto qualificati (le Asl). È evidente che l’incontro con Tremonti aveva per obiettivo quello di cercare alleati per mettere le gambe al tavolo che dovrebbe disegnare la riforma della remunerazione, tavolo abbozzato un anno fa dalla Manovra 2010 e mai convocato nonostante le insistenze di Federfarma e Assofarm. Dal Ministro, tuttavia, sarebbe arrivato l’invito a rinviare il tema a tempi migliori, anche a causa delle ricadute: a parte l’opposizione di Farmindustria, vanno valutati gli effetti della riforma sul prelievo previdenziale dei titolari e in questo momento, con una Manovra in cantiere e le turbolenze dei mercati, c’è già abbastanza carne sul fuoco.
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