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Politica e Sanità

17 Novembre 2011

Ticket, Toscana ed Emilia chiedono aiuto alle farmacie


Dal 22 agosto in Toscana provvedono le farmacie a informare i clienti delle novità in materia nuovi ticket su medicinali e prestazioni e ad assisterli nella dichiarazione della fascia di appartenenza, effettuata direttamente in ricetta: «Il paziente indica nella casella del reddito la propria classe e poi firma in calce» spiega il presidente di Federfarma regionale, Marco Nocentini Mungai «e così si dovrà continuare a fare, per ogni prescrizione spedita in farmacia, fino a quando la Regione non introdurrà il dato dello scaglione di reddito nei chip delle tessere sanitarie». Per i farmacisti ne è risultato un aggravio burocratico non indifferente, soprattutto nelle prime settimane di applicazione della delibera. «Non a caso» rimarca Nocentini «il governatore Enrico Rossi ha ringraziato pubblicamente le farmacie prima con una lettera e poi in una conferenza stampa, riconoscendone il valore di veri presidi sociosanitari. E’ un riconoscimento che intendiamo spendere a breve, quando con la Regione tratteremo delle forme di distribuzione impropria avviate da diverse Asl per alcune categorie di pazienti e dei servizi da affidare alle farmacie». Situazione non dissimile in Emilia Romagna, dove alcune Aziende sanitarie locali hanno chiesto il supporto delle farmacie del territorio nell’applicazione della delibera che dal 29 agosto fissa ticket per fasce di reddito sulle ricette di farmaci e prestazioni varie. «Ci sono Asl che hanno chiesto ai presidi di distribuire i moduli per le autocertificazioni» spiega Domenico Dal Re, presidente di Federfarma regionale «e altre che vorrebbero affidare ai farmacisti anche l’aggiornamento delle anagrafiche dei pazienti nel database di Sole, la rete sociosanitaria regionale. Stiamo trattando con loro perché venga concordato un compenso, ma per tutte vale il principio che a fronte di tale supporto dovrà essere concordata l’applicazione scrupolosa dell’accordo emiliano sulla dpc, che alcune aziende sanitarie non rispettano integralmente».

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