Politica e Sanità
17 Novembre 2011Continua il silenzio di Federfarma sulla rottura registrata l’altro ieri al tavolo con i confederali sul rinnovo del contratto dei collaboratori di farmacia. Una sola nota, due righe in tutto affidate ieri pomeriggio al bollettino interno del sindacato titolari, nella quale si promette a breve giro di posta un’informativa alle farmacie «sui motivi che non hanno consentito una celere chiusura» dell’accordo di lavoro.
Eufemismi da “under statement” che stridono al cospetto delle dichiarazioni della Fofi, scesa ieri in campo con i suoi due massimi esponenti per esprimere «preoccupazione» sull’improvviso strappo al tavolo contrattuale. «In questa fase di crisi» è il parere del presidente della Federazione, Andrea Mandelli «è necessario ricercare la migliore mediazione possibile ed evitare rotture e contrapposizioni. La Fofi si mette a disposizione perché le rappresentanze sindacali riprendano al più presto le trattative, ristabilendo il necessario clima di confronto costruttivo: il futuro del servizio farmaceutico italiano dipende ora più che mai dalla compattezza della professione». È evidente che le preoccupazioni cui fa riferimento l’Ordine riguardano la Manovra e i fantasmi che l’hanno accompagnata: la farmacia, sembra dire tra le righe la Federazione, non è ancora fuori dal guado e questo non è il momento per attirarsi cattiva pubblicità. Anche perché tra appelli alle liberalizzazioni e prospettive occupazionali del comparto c’è un legame più che evidente. «Non è più tollerabile» avverte non a caso Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi e senatore Pdl «che si entri in farmacia a ventidue anni come collaboratore e si esca dopo trent''anni con la medesima qualifica. Va aperta una prospettiva di crescita professionale legata al merito, alla competenza e alla capacità di contribuire a sostenere sempre più la farmacia italiana quale prezioso presidio socio-sanitario assistenziale del territorio. E so bene che tantissimi farmacisti collaboratori operano in tal senso con grande e apprezzabile senso di responsabilità. Sarebbe un grave errore decretare il fallimento della trattativa per il rinnovo del contratto e sono certo che la sensibilità di Federfarma e della sua classe dirigente saprà trovare una soluzione dignitosa per la positiva chiusura delle trattative».
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