Politica e Sanità

30 Novembre 2011

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Dal Piemonte Sifo e Sinafo denunciano quanto poco si faccia per adeguare numero e inquadramento dei farmacisti ospedalieri e delle strutture territoriali alle necessità del servizio sanitario

Che il governo della spesa farmaceutica passi attraverso l’azione del farmacista del Servizio sanitario è una dato che ammette poche discussioni. Eppure, anche nelle regioni che hanno i conti in regola, poco si fa per adeguare la presenza dei farmacisti nelle strutture territoriali. Questo il senso di un’iniziativa di Sifo e Sinafo del Piemonte, che culmina in un convegno che si svolgerà oggi a Torino: “Il farmacista Ospedaliero e territoriale non di ruolo: quale futuro?”.

La situazione del Piemonte è per molti aspetti emblematica, come spiega un comunicato congiunto delle due associazioni. “Secondo il Monitoraggio della Spesa farmaceutica convenzionata e non convenzionata a carico del SSN effettuato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), risulta tra le regioni più virtuose, in quanto, nel 2005, si è attestato all’11,8% per quanto riguarda la spesa farmaceutica convenzionata e al 15,3% per il totale della spesa farmaceutica. A questo risultato ha contribuito in misura preponderante l’attività dei farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie, che operano una attenta e minuziosa politica di farmacovigilanza, tesa a prevenire gli errori di terapia farmacologica, effettuando verifiche di appropriatezza prescrittiva, garantendo sicurezza, efficacia, efficienza ai pazienti, e producendo, nello stesso tempo, risultati anche in termini di ritorno economico”.

Purtroppo questa attività continua a ricadere in gran parte su farmacisti inquadrati come precari, che non hanno alcuna certezza sul loro futuro lavorativo. Malgrado si parli sempre più spesso di farmacovigilanza, il Piano sanitario nazionale non ne fa menzione, e gli investimenti previsti sul ruolo farmacistico all’interno del servizio sanitario sono ben scarsi. “In tutto il Piemonte siamo circa 180 farmacisti di ruolo, tra quanti operano negli ospedali e quanti operano sul territorio. Siamo assolutamente sottodimensionati per l’attività che dobbiamo svolgere. Ci aiutano più di 60 di precari, grazie alla sensibilità della regione Piemonte” spiega Clara Pietraru, segretario Sifo Piemonte, direttore del Servizio farmaceutico territoriale dell’ASL 7 Chivasso. “Questi farmacisti precari svolgono un ruolo fondamentale, perch� consentono sia lo svolgimento regolare dell’attività quotidiana, sia la realizzazione di  progetti di grande rilevanza, sul piano della ricerca, del monitoraggio, dell’informazione indipendente. Si configurano così delle reali condizioni per l’organizzazione di nuove attività centrate sul paziente. Ma la condizione di precarietà, che si rinnova di anno in anno, che non dà sicurezza, che dipende dai tagli delle risorse e dai limiti imposti alle regioni, alle amministrazioni rispetto alle assunzioni in ruolo, diventa sempre più critica e rischia di vanificare gli sforzi che vengono compiuti per assicurare al paziente un servizio di qualità”.   “Auspichiamo che il convegno � conclude Pietraru - contribuisca a chiarire come il farmacista del SSN sia una risorsa, un investimento che dà frutti positivi sul medio e sul lungo termine e che pertanto vengano adottate adeguate politiche di supporto, che comportano l’incremento del personale in organico. L’incertezza non conviene a nessuno, ma soprattutto penalizza il paziente, come utente del servizio e come cittadino”.