Politica e Sanità

30 Novembre 2011

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Gianni Pezzoli, direttore del Centro Parkinson degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano e presidente dell''Associazione italiana parkinsoniani (Aip), ribadisce che l’uso prolungato di due comuni ed efficaci farmaci anti-Parkinson, aumenta il rischio di danni cardiaci in quasi un terzo dei pazienti in cura.Secondo un suo studio pubblicato da New England Journal of Medicine, fino al 30% dei parkinsoniani che assumono pergolide (Nopar) di Eli Lilly) e cabergolina (Cabaser) di Pfizer, possono infatti sviluppare problemi valvolari da moderati a gravi.

“Ma nonostante le evidenze di questo rischio siano certe già dal 2005 - ha spiegato Pezzoli - molti malati e purtroppo molti medici non lo conoscono ancora”.
Secondo l’esperto il problema sono i foglietti illustrativi: mentre quello della pergolide è stato rivisto nel gennaio 2006 e ora riporta in evidenza il rischio per il cuore, quello della cabergolina non ne fa alcun cenno. “A partire dal giugno 2005, quando abbiamo avuto a disposizione i risultati dello studio pubblicato ora sul Nejm - ha aggiunto il neurologo - abbiamo inoltrato al ministero della Salute informazioni in merito. Il ministero ha riferito, sul bollettino, di avere ricevuto tramite l''Aip, la denuncia di una trentina di casi di danni valvolari, e tuttavia il foglietto illustrativo e la scheda tecnica della cabergolina non sono stati ancora aggiornati”.