Politica e Sanità

30 Novembre 2011

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Gli antipsicotici prescritti ai malati di Alzheimer in fase iniziale, a scopo sedativo, hanno effetti negativi sulla sopravvivenza. E'' l''allarme lanciato da ricercatori del King''s College di Londra, che hanno condotto uno studio durato cinque anni. Lo studio mostra che l’uso off label nelle persone affette da demenza si associa a un aumento significativo della mortalità: i malati che le assumono muoiono in media sei mesi prima rispetto al gruppo trattato con placebo. Secondo l''equipe, coordinata da Clive Ballard, i farmaci neurolettici sono inoltre responsabili del deterioramento della funzione cognitiva e della fluidità di comunicazione. Lo studio ha coinvolto 165 pazienti con Alzheimer: sotto esame sono stati messi 4 antipsicotici di prima generazione e un cosiddetto atipico, il risperidone. Ballard, che aveva già criticato l''uso di questi medicinali come sedativi per i casi di demenza, sottolinea come quest''ultimo studio mostra che non ci sono benefici nel dare i neurolettici a pazienti con Alzheimer in fase lieve. Per quelli con problemi di comportamento più gravi, i medici devono mettere sulla bilancia i potenziali benefici e l''aumento della mortalità, sottolinea il ricercatore. Lo studio è in attesa di pubblicazione sul New England Journal of Medicine.