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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Una spesa sostenibile


Un documento dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica mette al centro il corretto impiego dei nuovi antitumorali, soprattutto in termini di indicazioni e selezione dei pazienti. Farmaci che spesso hanno un’efficacia sorprendente, ma non sempre e non in tutti casi, e sono molto costosi

Nel capitolo della razionalizzazione (o contenimento o razionamento, come sostengono alcuni) non figurano soltanto le prescrizioni sul territorio, ma anche l’impiego ottimale di farmaci di ultima generazione, pressoch� esclusivamente di impiego ospedaliero, dal costo molto rilevante. E’ il caso degli antitumorali cosiddetti intelligenti, spesso anticorpi monoclonali, che negli Stati Uniti hanno già raggiunto le pagine dei quotidiani. Non soltanto per l’efficacia ma anche per i problemi di copertura dei costi che hanno creato alle compagnie assicurative. Di qui la proposta, fatta dall’AIOM, di un summit sul tema tra oncologi e ministero della Salute, con ricercatori, esperti di farmacoeconomia e bioeticisti. "Secondo alcuni, in genere non oncologi � si legge nella proposta dell''AIOM - i nuovi farmaci sembrano determinare piccoli benefici a un costo elevato. Ciò può essere in parte vero all''inizio del loro utilizzo, quando vengono somministrati a pazienti con malattia avanzata nei quali al massimo si può sperare in un aumento della sopravvivenza che qualcuno potrebbe definire modesto. Però è importante sapere che poi, se i risultati sono discreti, si passa a trattare pazienti in fase più precoce di malattia. E in questi casi l''obiettivo è l''aumento delle guarigioni, o comunque l''aumento marcato della sopravvivenza". Un esempio su tutti è il cancro al seno, "oggi guaribile in oltre 3 casi su 4: con l''impiego del trastuzumab, nuova terapia a bersaglio molecolare, nei tumori in fase avanzata si ha un aumento di sopravvivenza medio di alcuni mesi, ma in fase precoce si hanno risultati assai più consistenti".

Il secondo esempio riguarda "il tumore metastatico del colon, contro il quale fino a pochi anni c''era solo il fluorouracile, con sopravvivenze intorno ai 12 mesi. Con l''uso di nuovi farmaci chemioterapici (oxaliplatino, irinotecan) e di molecole intelligenti (cetuximab, bevacizumab), invece, la sopravvivenza è praticamente raddoppiata, passando a oltre 20 mesi". Al di là dei numeri, ribadisce tuttavia l''associazione, "una soluzione per evitare di sprecare risorse è l''accurata selezione dei pazienti da trattare, sulla base delle effettive probabilità che hanno di rispondere al trattamento".

Il trastuzumab, solo per fare un esempio, prosegue l''associazione, "è efficace solo nelle pazienti con cancro della mammella che hanno un''elevata espressione del gene chiamato Her2, mentre non ha alcuna attività nelle altre malate. Per altri farmaci ''intelligenti'' i bersagli esatti sono ancora da definire con esattezza. Proprio in questi casi, il potenziamento della ricerca indipendente (clinica e di base) e la scelta del clinico appaiono i fattori fondamentali su cui agire per adottare un maggiore rigore metodologico nella valutazione degli interventi terapeutici, sia con nuovi o vecchi farmaci, per il contenimento della spesa e per un''equa distribuzione dei benefici", conclude quindi l''Associazione.

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