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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Più controlli e più spesso


L’incidente dell’Ospedale di Castellaneta, se saranno confermate le prime evidenze, mostra che non sempre si può spiegare tutto con l’errore umano.

Otto morti in 15 giorni, nel reparto di terapia intensiva coronaria di Castellaneta (Taranto). Difficile ora dire se la causa all’origine è la medesima, oppure se vi è stato un “addensamento statistico”: l’età degli otto pazienti variava da 65 a 84 anni e la responsabilità dello scambio tra protossido d’azoto e ossigeno è stata provata, dagli stessi medici del reparto, solo per l’ultimo decesso. Il tragico incidente avvenuto nell''ospedale di Castellaneta sarebbe dovuto "a una inversione nell''innesto delle tubazioni. La terribile vicenda non può dunque coinvolgere la professionalità dei medici che, anzi, hanno individuato per primi la natura del gas fatalmente inalato dall''ultimo paziente" ha detto il sottosegretario alla Salute Antonio Gaglione a conclusione della visita ufficiale all''ospedale di Castellaneta effettuata sabato. "La struttura ospedaliera - aggiunge Gaglione in una nota - ha operato rispettando con perizia tutti i protocolli, confortata da un certificato di collaudo del sistema che stabiliva ossigeno al 100% in uscita dalla tubazione: è qui che sorge l''enorme punto di contraddizione sul quale sarà necessario effettuare approfondimenti. Ritengo tuttavia indispensabile - sottolinea il sottosegretario - investire nelle verifiche periodiche di efficienza di tutte le apparecchiature utilizzate in contesti così delicati, indipendentemente dalla frequenza di utilizzo e dalla modernità dei macchinari". Il sottosegretario ha incontrato i sanitari e discusso con il primario dopo avere visionato il reparto dove è avvenuta la vicenda. "Sento il dovere di rimarcare - ha detto Gaglione - l''assoluta sollecitudine del personale sanitario in questa tragedia. Anzi, la competenza e l''esperienza del responsabile del reparto ha permesso di individuare l''anomalia ed evitare altre fatali inalazioni di protossido di azoto. E'' sconfortante ascoltare dichiarazioni che prendono di mira il personale medico e ne mettono in dubbio la professionalità: non è così - conclude - perch� si è trattato di un tragico incidente tecnico". Gaglione ha anche incontrato i familiari di alcuni pazienti deceduti e ha espresso loro solidarietà e cordoglio per la perdita dei propri congiunti. "Tutti siamo interessati nel nome dei diritti dei cittadini ad appurare ogni grammo di verità e, dopo l''accertamento, a produrre scelte esemplari. Non è escluso che all''esito dei primi accertamenti giudiziari, ci siano le prime sospensioni cautelari per chi dovesse essere individuato come responsabile” ha promessoil presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, in una conferenza stampa, convocata nella sede della giunta regionale a Bari.

La risposta del Ministero della salute, a questo e altri episodi precedenti, è contenuta nel ddl del febbraio 2007 di prossima emanazione per la qualità e la sicurezza delle cure, dove si prevede l''istituzione di specifiche unità per la sicurezza in ogni ASL e ospedale da porre in staff alla direzione generale. “Nel mese di dicembre del 2006” spiega un comunicato del Ministero stesso “abbiamo poi istituito il Centro di riferimento nazionale sulla sicurezza dei pazienti'', sulle orme di altri Paesi europei ed extraeuropei e in linea con le indicazioni di tutti gli organismi internazionali che si occupano di sanità, dall''Unione Europea all''Organizzazione mondiale della Sanità. Per questo organismo è previsto un finanziamento iniziale di 300 mila euro e poi di 1 milione di euro l''anno”.
Nell’ambito del Patto per la salute, è stato poi concordato con le Regioni di pervenire alla stipula di un''intesa sul Programma nazionale per la promozione permanente della qualità nel Ssn, che conterrà, tra l''altro, un capitolo dedicato al tema sicurezza dei pazienti. In proposito i nuovi finanziamenti (2,5 miliardi di euro) previsti dalla finanziaria 2007 per l''ammodernamento degl

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