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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

L’NHS conta sulle farmacie


In Gran Bretagna i nuovi schemi contrattuali tra servizio sanitario e farmacie prevedono un ampliamento dei servizi e delle competenze. Anche attraverso una maggiore integrazione con gli altri professionisti sul territorio

Le farmacie al pubblico rappresentano una risorsa importante per i servizi sanitari universalistici, come quello britannico dal quale quello italiano ha preso le mosse. Anche in Gran Bretagna l’assistenza farmaceutica prevista dal National Health Service (NHS) è erogata su base contrattuale dalle farmacie private, ma l’NHS, a differenza del Servizio sanitario italiano, ha già da tempo puntato sulla valorizzazione delle farmacie. In Inghilterra, infatti, nel 2005 è stato introdotto un sistema che struttura i servizi farmaceutici su 3 livelli: essenziali, avanzati ed estesi. Tutte le farmacie convenzionate con il NHS devono fornire i 7 servizi essenziali e soddisfare i requisiti previsti per il controllo di qualità. Durante il primo anno di contratto, però, circa il 40% delle farmacie è stato accreditato per provvedere alla revisione dell''uso dei farmaci, il primo servizio avanzato di cui si sperimentava l''introduzione. Nel medesimo periodo, oltre il 25% delle farmacie forniva diversi servizi a valore aggiunto, soprattutto la somministrazione controllata di metadone e i programmi di supporto per la disassuefazione dal tabagismo. La nuova legislazione, che verrà introdotta progressivamente in tutto il Regno Unito, intende far sì che aumentino le funzioni della farmacie al pubblico, non diversamente da quanto indicato anche dal Documento sulla professione elaborato dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti. Il legislatore britannico ha preso una strada differente, prevedendo per i farmacisti la possibilità di prescrivere, anche se lo stesso Ministero della salute britannico prevede che questa possibilità verrà sfruttata sulla base di una diagnosi posta dal medico, a meno che non si tratti di disturbi lievi. Ma anche questa previsione, che si accompagna sia a un percorso di formazione specifico, come prevede la Royal Pharmaceutical Society, sia a una forte integrazione con i medici di famiglia presenti sul territorio, rende bene l’idea di quale futuro si riservi alla farmacia in Gran Bretagna. Un paese, è bene ricordarlo, in cui l’assistenza territoriale rischia a breve di non riuscire più a soddisfare le richieste. Il Governo britannico, dunque, sta cominciando a considerare la farmacia sul territorio come uno dei protagonisti dominanti, in ambito di cure primarie e salute pubblica. Da qui la priorità di integrare i servizi forniti dalle farmacie con i programmi erogati da altri professionisti della medicina di primo livello, rafforzando anche l''informatizzazione e prevedendo accordi contrattuali ad hoc. Certo questo comporterà per i farmacisti inglesi nuove responsabilità e alcuni obblighi; per esempio, si prevede l''abilitazione dei tecnici di farmacia; la necessità che sia i tecnici sia i farmacisti dimostrino periodicamente la qualificazione necessaria per esercitare la professione; l''introduzione della figura di "farmacista responsabile" nell''organico delle farmacie di comunità.

(Noyce PR. Providing Patient Care Through Community Pharmacies in the UK: Policy, Practice, and Research. Ann Pharmacother. 2007; 41: 861-8)


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