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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Prezzi in base ai risultati


In Gran Bretagna è in preparazione un cambiamento del sistema di determinazione dei prezzi. Invece che sui costi di ricerca e sviluppo, basarsi sull’efficacia e sui benefici diretti e indiretti

Tra i temi che andranno a essere ridiscussi nei diversi “tavoli” sul farmaco rientra anche la determinazione del prezzo. E anche in questo si ripresenta la storica analogia tra la situazione britannica e quella italiana (e non a caso il Servizio sanitario attuale deriva da quello di Oltremanica). Infatti, l''OFT (Office of Fair Trading), l''autorità indipendente che regola la competizione e tutela i consumatori, ha raccomandato al governo britannico una radicale riforma del sistema attuale, il PPRS, per assicurare un maggiore potere d''acquisto del budget farmaceutico del Servizio sanitario, e favorire la concentrazione degli investimenti sulle molecole che abbiano dimostrato maggiori benefici per i pazienti. Attualmente, il produttore di un nuovo farmaco sottopone le evidenze cliniche e un prezzo fisso al National health service: se il "pacchetto" non soddisfa i requisiti di un trapporto costo-efficacia accettabile, il produttore riceve una risposta negativa, oppure la richiesta di individuare un sottogruppo di pazienti in cui il medicinale risulti costo-efficace. Il prezzo è fisso in quanto poi è l’utile complessivo dell’azienda, nei rapporti col servizio pubblico, a essere oggetto di contrattazione.
La riforma, invece, dovrebbe dare maggiore flessibilità di risposta al NHS. Infatti, se anche il prezzo diventa negoziabile, la prospettiva è che saranno disponibili più nuovi farmaci.

Secondo l''OFT lo schema attuale non è in grado di incentivare abbastanza l''innovazione in campo farmaceutico, n� la ricerca di farmaci necessari per le patologie orfane. La riforma proposta dovrebbe liberare 500 milioni di sterline, dalla spesa complessiva per i farmaci di marca che raggiunge 8 miliardi di sterline, consentendo così l''accesso dei pazienti a cure che altrimenti sarebbero precluse.

La proposta, da introdurre non prima del 2010, prevede due livelli di intervento successivi. Come primo passo suggerisce una revisione dei farmaci, al momento della registrazione, in termini di costo-efficacia valutata con l''indice QALYs (quality-adjusted life years, anni di vita pesati in base alla qualità). Intendendo con questo ridiscutere il prezzo di quei medicinali che comportino uno scarso guadagno in QALYs.

In seguito si dovrebbe procedere alla rinegoziazione dei prezzi di una intera classe farmacologica, ogni volta che scade il brevetto della molecola capostipite di quella classe. Queste revisioni, il cui importo è stimato in circa 6 milioni di sterline/anno, dovrebbero essere effettuate dalle istituzioni già operative in questo ambito, come il NICE (National Institute for health and Clinical Excellence) e lo SMC (Scottish Medicines Consortium). Se l''obiettivo dell''OFT è unicamente quello di massimizzare la resa, in termini di salute pubblica, del budget disponibile, ciò potrebbe riflettersi negativamente sulla stabilità e gli investimenti in ricerca e sviluppo. Questa la prima critica mossa dall''Association of the british pharmaceutical industry.  Ultimo in ordine di tempo, viene il commento dell’economista Karl Claxton dell''Università di York, che accoglie con favore il nuovo sistema ma ipotizza che potrebbe portare a un aumento della spesa a carico dello Stato. Secondo Clarkson sarebbero infondate le paure dei produttori, dato che dai suoi calcoli le entrate delle industrie sarebbero destinate a rimanere costanti, se non ad aumentare. Con ciò si dà per

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