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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Si sbaglia col farmaco, ma non solo


Nelle discussioni sulla prevenzione del rischio clinico, dell’errore in corsia, spesso si comincia con gli errori prescrittivi.

Il tema si è riproposto anche al Tecnosafety di Roma, il convegno organizzato dall''Azienda complesso-ospedaliero San Filippo Neri e dalla Risk  Management Society per fare il punto sulle tecnologie al servizio  della sicurezza del paziente. Nel suo intervento, il presidente della Commissione Sanità al Senato Ignazio Marino ritiene che "si dovrebbe avviare un programma che permetta il riconoscimento di un farmaco ''ad hoc'' per ciascun paziente attraverso il codice a barre". Ma non solo. "Si dovrebbe studiare anche un sistema computerizzato di prescrizione e distribuzione farmaci, magari gestito da un farmacista clinico".  Del resto, sono soluzioni che sia pure in modo episodico sono già state adottate in Italia: ''armadi farmaceutici intelligenti'', gestione robotizzata della preparazione di farmaci particolari come i citotossici cominciano a essere presenti nei nosocomi italiani.  "I robot di cui disponiamo attualmente - ha spiegato Enrica Arduini, direttore  dell''Unità di farmacia del Policlinico Umberto I di Roma - sono  tre: due nel corpo centrale della struttura e uno in  Ematologia". Due macchinari sono stati acquistati in leasing, mentre  il terzo è stato donato da uno sponsor. "Mediamente - afferma Arduini  - i tre robot possono produrre farmaci per 170 pazienti. Questo  sistema ci permette di migliorare la sicurezza del servizio e di  ottimizzare l''utilizzo del medicinale”. Gli armadi farmaceutici  intelligenti sono invece già attivi da circa un mese al San Filippo Neri. "Attraverso un codice a barre � ha detto Lorenzo Sommella,  direttore sanitario - al paziente viene somministrato il farmaco  esatto, nella dose corretta".

Ovviamente, però, non soltanto di farmaci e di prescrizioni si tratta. Per migliorare la gestione del rischio clinico nel suo complesso "si dovrebbe prendere esempio dai Paesi anglosassoni, dove un''agenzia super partes verifica periodicamente l''organizzazione delle strutture ospedaliere. Un''agenzia che abbia il potere di accreditare gli ospedali migliori e che imponga modifiche organizzative in quelli meno efficienti" ha detto Ignazio Marino. "Il modello anglosassone - spiega il senatore - ha pregi e difetti, però va avanti dal 1951 ed è un importante punto di riferimento da oltre mezzo secolo". E'' un modello attualmente utilizzato da Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Olanda, Danimarca "e ultimamente anche dalla Spagna - sottolinea Marino - a dimostrazione che è possibile attuarlo anche in Paesi di cultura diversa". Questa agenzia ha il potere di revocare l''accreditamento delle strutture e di imporre modifiche all''organizzazione in caso di inadeguatezze. Altra figura da importare nel nostro Paese è quella del risk manager, ovvero "una persona che coordini e applichi procedure di qualità e appropriatezza della buona pratica medica".

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