Politica e Sanità
15 Novembre 2011Il metodo delle gare a pacchetto utilizzato da molte Aziende sanitarie italiane per l''acquisto dei farmaci "limita significativamente, per le imprese che producono farmaci generici, la possibilità di aggiudicazione della gara" stessa. E'' quanto sostiene l''Antitrust che, in una segnalazione pubblicata sul bollettino settimanale, descrive il "fenomeno" e invita "le ASL ad avvalersi delle gare a pacchetto solo quando strettamente indispensabile". L''Autorità garante della concorrenza e del mercato riferisce infatti che da numerose segnalazioni pervenute è emerso che diverse aziende sanitarie utilizzano il metodo delle cosiddette gare a pacchetto. Si tratta di gare in cui, spiega, "le imprese fornitrici possono raggruppare a propria discrezione alcuni o tutti i principi attivi oggetto di gara concedendo, oltre allo sconto sui singoli principi attivi, uno sconto aggiuntivo sull''intero pacchetto che contiene sia farmaci brevettati che farmaci a brevetto scaduto". Il fenomeno, sostiene, "produce l''effetto di limitare significativamente, per le imprese che producono farmaci generici, la possibilità di aggiudicazione della gara favorendo unicamente le imprese originator, le sole in grado di presentare offerte che abbracciano sia prodotti brevettati che a brevetto scaduto.
E anche l''offerta di un consistente sconto da parte di imprese genericiste, relativo ad un singolo farmaco generico, avrà infatti poche opportunità di prevalere su un''offerta di un originator relativa a un pacchetto che include farmaci brevettati, per i quali esistono maggiori margini di manovra sui prezzi e rispetto ai quali l''impresa opera sostanzialmente in regime di esclusiva". Dunque, fa notare l''Antitrust, "grazie al potere di mercato che deriva loro dall''esclusiva garantita dai brevetti, gli originator possono assicurarsi l''aggiudicazione di vari lotti pur offrendo prezzi dei farmaci off-patent più elevati di quelli che offrirebbero i genericisti. La possibilità di offrire pacchetti misti consente di fatto alle imprese farmaceutiche, titolari di brevetti, di effettuare sussidi incrociati tra prezzi dei farmaci brevettati e quelli degli off-patent, mantenendo complessivamente un vantaggio competitivo sulle imprese genericiste e limitando in tal modo la vendita dei generici negli ospedali".
Secondo l''Authority, "la difficoltà di un farmaco generico di affermarsi nelle gare ospedaliere si riflette sulla diffusione dello stesso farmaco anche in farmacia, data la continuità esistente tra la terapia ospedaliera e la terapia domiciliare seguita dal paziente". "Sarebbe quindi opportuno - raccomanda - che le ASL continuassero ad avvalersi delle gare a pacchetto raggruppando principi attivi coperti da privativa brevettuale e principi attivi off-patent, solo quando strettamente indispensabile. Ogni qualvolta possibile, invece, i bandi dovrebbero mantenere distinti i lotti composti da farmaci sotto tutela brevettuale e i lotti composti da farmaci privi di ogni privativa industriale. In questa ottica, le ASL potrebbero individuare altri strumenti per incentivare gli originator a ridurre i prezzi dei propri farmaci ancora coperti da privativa, sfruttando ogni possibile spazio di concorrenza nell''offerta di tali prodotti. Ciò potrebbe essere realizzato raggruppando in ciascun lotto i principi attivi di cui sia condivisa presso la comunità scientifica la stessa funzione terapeutica". "Solo dopo avere ridefinito i lotti in maniera da porre in concorrenza il maggior numero di farmaci coperti da brevetto - continua l''Antitrust - per i prodotti che per le loro specificità terapeutiche non risultano sostituibili con altri principi attivi, può essere individuata una procedura di aggiudicazione alternativa. Analogamente, i farmaci a brevetto scaduto possono essere raggruppati in lotti omogenei e sottoposti al medesimo meccanismo di gara. In tal modo: dal confronto concorrenziale tra farmaci a brevetto scaduto sarebbe possibile estrarre il massimo sconto (che
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