Politica e Sanità

30 Novembre 2011

---

Mentre in Italia ferve il dibattito sul riordino del servizio farmaceutico, in Francia la Camera dei deputati francese ha approvato una norma, contenuta in una legge sulla Sicurezza Sociale, che alza il quorum degli abitanti di un comune per l’apertura di una seconda farmacia da 3.500 a 4.500. Il provvedimento, che ora deve passare al vaglio del Senato, voluto dal ministro della Salute Xavier Bertrand, rendendo più rara l’apertura di nuove farmacie, intende tutelare un sistema da tempo in crisi. Garantendo una maggiore redditività alle farmacie territoriali, il governo francese auspica che esse possano meglio adempiere alle nuove funzioni, in termini di servizi assistenziali, che sono state loro assegnate. In Francia, peraltro, il quorum per l’apertura della prima farmacia è di uno a 2500, un quorum, sottolineava il presidente Fofi in un recente intervento «giudicato troppo basso e all’origine delle difficoltà finanziarie di molte piccole farmacie». In Italia, nel frattempo il quorum previsto nel Ddl Gasparri-Tomassini è di 4000 abitanti per farmacia, indipendentemente dal numero di popolazione residente. Un quorum che Federfarma, nella sua ultima proposta (Farmacista33, 20 ottobre), è disposta ad abbassare a 3800, con distanza di 500 metri dalle farmacie esistenti ed eliminazione della pianta organica. Una proposta rigettata dal segretario Anpi, Massimo Brunetti, che in un intervento su Affari e Finanza di Repubblica, sottolinea come sia contraria «alle richieste di liberalizzazione dei 2000 farmacisti titolari di parafarmacia, 3000 titolari di farmacia rurale e 56000 farmacisti collaboratori». Lo stesso Brunetti aggiunge che «in Italia, a differenza di quanto avviene in Francia, vi sono le condizioni per adottare un quorum intorno al valore 2500, senza per questo determinare le condizioni di difficoltà denunciate in alcuni casi dalle farmacie d’Oltralpe».