Politica e Sanità

13 Marzo 2012

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Non possiamo abbassare la guardia né possiamo pensare che l’età pensionabile dei farmacisti non venga allineata, al più presto, con quella prevista per l’erogazione dei trattamenti pensionistici Inps. La riflessione arriva da Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, che sottolinea la necessità di seguire con attenzione gli sviluppi del Decreto sulle liberalizzazioni, «in questi giorni all’esame dell’Aula di Montecitorio, per cercare di comprendere e valutare gli eventuali riflessi del provvedimento sul piano previdenziale». La consapevolezza nasce dalla valutazione che il sistema farmaceutico vedrà «mutamenti significativi già a livello di condizioni strutturali, come il numero delle farmacie aperte. Inevitabili, dunque, le ripercussioni sulla professione e di conseguenza anche su alcuni aspetti connessi alla previdenza. L’urgente necessità di risanare i conti pubblici ha già prodotto un giro di vite sulla previdenza che ha interessato anche le casse professionali, sottoposte al rispetto di paletti gestionali particolarmente severi. Il nostro Ente ha i conti in ordine, come riconosciuto nel corso di una recente audizione anche dalla Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali. Tuttavia, per poter rispettare i parametri più stringenti imposti in materia di pensioni dal Governo Monti, non possiamo abbassare la guardia». In questo senso, «siamo pronti a intervenire  in ogni sede istituzionale - nel pieno rispetto di un mandato che non  può ovviamente essere oggetto di delega ad altri soggetti di rappresentanza - se ciò dovesse rendersi necessario per tutelare la previdenza dei farmacisti».