Politica e Sanità

26 Marzo 2012

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Semaforo verde in Campania per il concorso ordinario bandito nel 2009 che dovrà assegnare una settantina di sedi. Sul filo di lana, proprio nelle stesse ore in cui giovedì la Camera diceva sì al decreto liberalizzazioni, un numero straordinario del Bollettino ufficiale della Regione ha finalmente pubblicato la delibera che fissa le prove d’esame, dal 25 maggio al 9 giugno. Tirano un sospiro di sollievo quei quattromila candidati circa che da tempo si preparano sui quiz: senza la tempestiva uscita del provvedimento, le sedi sarebbero finite nel calderone del concorso straordinario per soli titoli previsto dal decreto e addio a mesi di studio.
Tra le Regioni che avevano già avviato bandi di gara prima della legge sulle liberalizzazioni, dunque, l’unica che sembra restare al palo è la Basilicata. La storia del concorso lucano, tra l’altro, esemplifica alla perfezione la farraginosità dei meccanismi con cui in questo paese si assegnano le farmacie. Il bando viene emanato nel 2005, passano due anni per esaminare le domande e altri due per insediare la commissione giudicante, tra sostituzioni e temporeggiamenti; nel 2010, infine, la Regione riapre i termini e le candidature arrivano a quattromila. Le sedi da assegnare? Sei in tutto, delle quali solo un paio effettivamente appetibili. «Probabilmente» ipotizza Magda Cornacchione, presidente dell’Ordine di Potenza e referente Fofi per la Basilicata «la Regione ha calcolato che per un numero così ridotto di sedi non era il caso di andare avanti, visto che comunque si dovrà fare il concorso straordinario. E in ogni caso, era evidente che non sarebbero mai riusciti a completare l’iter prima della conversione in legge del decreto».