Politica e Sanità

28 Marzo 2012

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Non si fa più lo sciopero delle farmacie private che Federfarma (nella foto il presidente Racca) aveva proclamato per domani. Lo ha deciso ieri a larghissima maggioranza l’assemblea generale del sindacato, confermando le previsioni della vigilia. Perché il dissenso alla serrata espresso nei giorni precedenti da un consistente numero di rappresentanze territoriali aveva spuntato la lama dello sciopero già prima che i lavori dell’assemblea si aprissero.
Nonostante il dietrofront, la maggioranza resta comunque in sella. Anche grazie all’aiuto del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ieri nel pomeriggio aveva diffuso una nota nella quale “apriva” a un’eventuale «riformulazione della norma» per «garantire tutte le esigenze coinvolte». «Abbiamo presa nota dell’intervento di Balduzzi» spiega a Farmacista33 il segretario nazionale di Federfarma, Alfonso Misasi «e anche alla luce delle obiezioni del Garante, abbiamo optato per una sospensione dell’agitazione». Radicalmente diversa la lettura che arriva dall’opposizione: «Per la presidenza del sindacato questa è una sconfitta» attacca Augusto Luciani, presidente di Federfarma Umbria (tra le prime unioni a schierarsi contro lo sciopero) «e il merito va innanzitutto a noi».
Nel corso dell’assemblea non sono mancati inviti alle dimissioni di tutti i vertici, ma i lavori si sono conclusi con una mozione che mette da parte la dialettica interna. E impegna la presidenza del sindacato a trovare con il Ministero una soluzione al problema della direzione a 65 anni, a impostare in tempi brevi la riforma della remunerazione e ad avviare con le Regioni il rinnovo della Convenzione. «Nelle prossime ore chiederemo a Balduzzi un incontro urgente» è la chiusa di Misasi.