Politica e Sanità

11 Maggio 2012

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È schermaglia tra Federfarma e i sindacati confederali della dipendenza per il mancato accordo sull’apprendistato in farmacia entro la scadenza del 26 aprile. Come si sa, con questa data terminavano i sei mesi concessi dal D.lgs 167/2011 per adeguare i contratti di categoria alle nuove disposizioni. Confederali e sindacato titolari avevano provato a incontrarsi il 23 per trovare un’intesa sul filo di lana ma il confronto non aveva prodotto risultati utili. Scaduto il periodo transitorio, per le farmacie sfuma la possibilità di assumere con contratto di apprendistato ed ecco allora che tra le parti è subito polemica sulle responsabilità. Il primo affondo parte da Federfarma, che ieri in una lettera ha espresso disappunto per l’esito della trattativa e ha accusato i sindacati confederali di aver temporeggiato e poi respinto proposte che le stesse sigle avevano già firmato con altre confederazioni dei datori. Immediata la risposta delle organizzazioni della dipendenza, che respingono le accuse al mittente: «La proposta presentata da Federfarma» spiega Cristian Sesena, di Filcams-Cgil «era la fotocopia di una bozza di intesa-ponte predisposta a suo tempo da Confindustria per comparti come il metalmeccanico. Nella quale si proponevano condizioni che avrebbero rappresentato un peggioramento rispetto al vecchio accordo. Nell’incontro del 23 abbiamo quindi respinto quella proposta e provato a trattare sulla base della precedente intesa, con qualche miglioramento di dettaglio. Ma dai titolari sono arrivati soltanto no e a quel punto la trattativa si è interrotta».
Per la Cgil tuttavia non tutto è perduto. «Raggiungere un accordo è interesse innanzitutto delle farmacie» sottolinea Sesena «perché così otterrebbero sgravi sulla contribuzione completa per un intero triennio. Per noi c’è ancora lo spazio per riaprire il tavolo, a patto però che Federfarma si metta a trattare seriamente per arrivare a un accordo dignitoso».