Politica e Sanità

05 Giugno 2012

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Il commercio on line dei medicinali ha bisogno di regole: accreditamento dei siti che vendono per corrispondenza e «ispezioni a livello nazionale e internazionale». È la ricetta che il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha proposto nel messaggio trasmesso venerdì al convegno organizzato da Federfarma Genova per discutere di farmaci on line: «A causa delle diverse normative vigenti nei vari stati e della localizzazione dei siti in aree geografiche poste spesso al di fuori dell''area di competenza degli enti di controllo» ha scritto il Ministro nella lettera inviata ai partecipanti «è stato finora difficile trovare una modalità per dare ai pazienti un''informazione ufficiale e affidabile sulla qualità delle risorse disponibili in rete».
Balduzzi non sbaglia a puntare il dito su certi paesi, ma anche l’Italia ha le sue pecche. Basta andare a vedere quello che sta accadendo a Milano, dove la procura si appresta ad archiviare la posizione di più di duemila persone che hanno acquistato illegalmente farmaci on line. Cittadini insospettabili, perfino militari e poliziotti, “pescati” per il nome stampigliato su uno dei tantissimi pacchetti bloccati alla dogana dell’aeroporto di Linate perché pieni di pillole. Le scatole sono così tante che non si sa dove metterle, i destinatari troppi per essere perseguiti tutti. E così i giudici scremeranno: chi ha acquistato in quantitativi tali da far pensare a un’attività di ridistribuzione, verrà portato in giudizio. Gli altri invece, archiviazione perché il consumo è personale. Ma così, scrive La Repubblica, l’acquisto illegale di farmaci on line verrà di fatto depenalizzato. E intanto la procura milanese chiede norme più chiare: le norme, infatti, oggi non puniscono chi importa nel paese medicinali dalla sicurezza incerta». Il Ministro prenda nota.