Politica e Sanità

06 Luglio 2012

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Mentre è in fase di limatura il decreto della spending review, che darà un’altra botta al sistema della distribuzione del farmaco, continua, a suon di lettere ai titolari, la spaccatura all’interno di Federfarma, tra il fronte dell’opposizione e la dirigenza. La nuova puntata è fornita da una seconda lettera che la rappresentanza laziale del sindacato ha mandato a tutti i titolari di farmacia, in risposta a quella dell’altro ieri del presidente Annarosa Racca (Farmacista33 del 4 luglio), con un appello a togliere la fiducia alla dirigenza nazionale. L’unione del Lazio si rivolge direttamente «a quei colleghi dell’assemblea nazionale e a tutti i titolari di farmacia che continuano a sostenere questa dirigenza». «Aprite gli occhi» è l’appello, «riformiamo la Federfarma con un nuovo programma, non fatto di illusioni e di affermazioni di principio senza alcun costrutto realistico, ma di cose concrete e, soprattutto, con colleghi che siano in grado di rappresentare la categoria, non da sconfitti, ma decisi a impegnare il proprio tempo non per gratificare se stessi o per occupare una bella poltrona, ma esclusivamente per difendere il nostro lavoro». «Qualsiasi dirigenza dotata di buon senso» continua ancora la lettera «consapevole di quanto accaduto e della propria impotenza avrebbe rassegnato le dimissioni». Parole dure, che approfondiscono la ferita dentro il sindacato. «Invitiamo ad abbandonare le posizioni conflittuali» era stato l’appello di Annarosa Racca di martedì. «La nostra forza sta nell’unione, che deve essere ben salda specialmente in momenti gravi». E ancora: «Spiace dover constatare che le difficoltà interne originano da posizioni solo strumentali al rovesciamento della Presidenza e senza alcuna logica di tutela della farmacia».