Politica e Sanità

08 Ottobre 2012

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Gli interventi adottati finora dal governo non mirano alla liberalizzazione della farmacia ma sono «il tentativo di aprire e dare respiro a un sistema troppo rigido, forse pietrificato». Parole del ministro della Salute Renato Balduzzi (foto), ospite sabato della seconda giornata di lavori di Farmadays, la convention organizzata a Verona dall’Utifar. «Ci sono regole che vi portate dietro da molti anni» ha detto Balduzzi «serviva un cambiamento». Le considerazioni del Ministro seguivano a ruota gli interventi di Flavio Tosi, sindaco di Verona, Luca Coletto, assessore alla Salute del Veneto, ed Eugenio Leopardi, presidente dell’Utifar, tutti contrari alla liberalizzazione del comparto. «In questo settore» ha osservato Tosi «liberalizzare in modo spinto significa correre il rischio di danneggiare. Altri sono i settori da aprire al mercato, dall’energia alla pubblica amministrazione». «La liberalizzazione come leva per il rilancio» ha ricordato Leopardi «è una formula che non si può applicare alla salute».
Ma di regole e cambiamento si è parlato anche nella tavola rotonda di sabato mattina, dove i vertici delle sigle della filiera (Fofi, Federfarma, Assofarm, Adf, Federfarma Servizi e Anifa) si sono confrontate sui temi del momento. E dal senatore Luigi D’ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi, è arrivata un’apertura al capitale nella titolarità delle farmacie: «C’è bisogno di un progetto organico di riforma della farmacia» ha detto «che disegni una farmacia moderna, con un asset aperto a interlocutori esterni ma a patto che la gestione sia riservata al farmacista».