Politica e Sanità

17 Ottobre 2012

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I provvedimenti di questi ultimi anni che hanno interessato il comparto sembrano portare a una visione della farmacia quale centro di erogazione dei servizi. In questo quadro occorre rivedere le modalità con cui viene svolta la professione, sottraendo la remunerazione del farmacista dalla logica del commercio e retribuendolo per i servizi offerti. È questo l’auspicio lanciato dal Conasfa nell’ambito della revisione in corso del sistema farmacia e prendendo spunto da un intervento Bruno Nicoloso, docente di legislazione, organizzazione ed economia farmaceutiche all''università di Firenze in una news di Farmacista33 del 10 settembre. «La farmacia» si legge nella nota «per sua natura, non può essere vista unicamente come un''impresa. In questo senso abbiamo sempre difeso la pianta organica quale strumento irrinunciabile per garantire la fruizione del servizio farmaceutico a tutta la popolazione. L''orientamento del Governo attuale non sembra essere quello di abolire la pianta organica, ma piuttosto di sostituirla con altri strumenti più veloci e più facilmente gestibili che, raggiungano lo stesso scopo. La speranza è che in questo modo le Regioni riescano a revisionare con cadenza biennale le piante organiche, ora rinominate zone, superando quelle difficoltà burocratiche che fino a oggi hanno spesso impedito una celere individuazione e assegnazione delle nuove sedi». Da qui l’auspicio: «Ci auguriamo che le varie componenti della categoria continuino il confronto per giungere a una nuova visione della professione, che si ritiene imprescindibilmente e improrogabilmente legata alla riforma della remunerazione. Auspichiamo anche che si giunga a un accordo che, pur nel rispetto dei limiti che il Governo si è posto con la spending rewiew, garantisca alle farmacie la possibilità di sostentamento permettendo di continuare a svolgere quei servizi costituzionali a tutela della salute».